In altri casi, ad esempio nel Teramano, l'esito residuale di antichi frangimenti vocalici può essere percepito come equivalente all'isocronismo. Gli scritti in dialetto abruzzese comprendono spesso altre due lettere: Alcune alternanze nell'ortografia sono dovute alla particolare pronuncia di alcuni nessi consonantici, come: Come esempio di ortografia dialettale abruzzese, si riporta il testo della prima strofa della nota canzone Vola vola (Albanese-Dommarco, 1908). Da rimarcare un particolare fenomeno che interessa la zona di Ortona e Lanciano, per cui all'ausiliare essere viene aggianciato il pronome. In genere si può dire che in questa zona i femminili metafonizzano come i maschili e ciò presuppone che il plurale latino -ae, risolvendosi nella vocale indistinta -ë, ha acquistato il timbro di -i, come è rilevabile nella parlata chietina, in cui -ë nel contesto della frase è un chiaro -i: quattri cusë per "quattro cose", sandi Rocchë per "S. Rocco", tótti ddó per "tutti e due". ○   Lettris You can also try the grid of 16 letters. La seconda forma tende a rimpiazzare la prima dappertutto. Nei dialetti dove le vocali atone finali si sono indebolite e confluite nell'unico esito ë, la metafonesi resta così l'unico marchio del plurale. Essa prevede la dittongazione, generalmente con esito ié, uó. Cesare Pavese – che non era pavese e neppure abruzzese – diceva: «nulla è volgare di per sé, ma siamo noi che facciamo volgarità secondo come parliamo o cosa pensiamo». Testo in ortografia fonetica semplificata: Vuléssë fà 'rvënì pë n'óra sóla/ lu tèmbë bbèllë dë la cundendézzë/ quànnë pazzijavàm'a volavólë/ e të cupré dë vàscë e dë carézzë./ E vola vola vola/ e vóla lu pavonë/ si tiè lu córë bbónë/ mó fàmmëcë arpruvà. Ad esempio, forme come lo pà(ne), lo vì(no) sono in opposizione al maschile ju quatrànu. E vola vola vola e vola lu pavone; si tie' lu core bbone. Il dialetto abruzzese non esiste. Questo perché l'Abruzzo interno è stato investito da due correnti, una a metafonesi sabina, l'altra sannita: la prima, proveniente dall'area umbro-laziale, si estese nei contadi amiternino, forconese e marsicano, la seconda, originaria della zona campano-molisana, interessò il contado valvense, che prima della fondazione de L'Aquila, arrivava fino a Barisciano, per poi interessare solo parzialmente l'area montana vicino Sulmona (in quanto alle porte orientali del capoluogo peligno comincia una piccola area con metafonesi nuovamente sabina, con Marane, frazione di Sulmona, Campo di Giove e Pacentro), e traboccare oltre le gole di Tramonti, in alcune località montane dei contadi pennese e chietino. non si scrive "f'nèstr'" , poiché illeggibile, comunque la 'e' finale si mette sempre ma non si pronuncia. Chieti Ottobre 2008-Ediz.La Cultura siamo noi-IRES-ABRUZZO, Ernani Catena, "Sci 'mbise chi t'à fatte e cchi t'à 'ngenerate" ediz. Ad occidente del suddetto dominio si estendono le parlate dei Piani Palentini, con centri di irradiazione quali Carsoli e Tagliacozzo, la cui punta più a sud, a contatto con l'area abruzzese della Marsica, è San Pelino, frazione di Avezzano: a ridosso dell'area laziale, queste parlate sono caratterizzate dalla confluenza delle vocali originali latine -u ed -o nell'unico esito -o (cavajo, fijo), ma come il sabino possiedono il medesimo sistema vocalico, fonetico e morfologico. All rights reserved. Facendo un esempio tratto dalla parlata di Calascio (L'Aquila), si ha cànë 'cane', ma ru cuànë 'il cane'. pajàre) e raddoppia se preceduta da vocale tonica (ad es. Pagina ufficiale di Tutela e Promozione del Patrimonio Linguistico dialettale Abruzzese. Vorrei far ritornar per un'ora sola/ il tempo bello della contentezza/ quando noi giocavamo a "vola vola"/ e ti coprivo di baci e di carezze./ E vola vola vola vola/ e vola il pavone/ se hai il cuore buono/ su fammi riprovar. La propagginazione consiste nell'inserimento della sillaba tonica, immediatamente prima della vocale accentata, della u o i della sillaba precedente, in genere quella degli articoli maschili singolare e plurale. Vorrei aggiungere “sillicchione”, anche nella forma tronca, che deriva dal termine dialettale per il Barcellona delle leguminose “sellecchia”, che sta a indicare un uomo particolarmente alto e snello, quasi sgraziato a vedersi. "Appunti di grammatica per scrivere il dialetto abruzzese" del 2008 collana "La cultura siamo noi" IRES-ABRUZZO) propone la 'e' non accentata quando non si pronuncia, e accentata quando si pronuncia es. Catena Ernani, Appunti di grammatica per scrivere il dialetto abruzzese, La Cultura siamo noi, Chieti 2008, IRES ABRUZZO. pàjje 'paglia'); la ç (c con la cediglia) nelle parole che hanno un suono intermedio fra sci … In questi tutti i dialetti, i sostantivi sono maschili o femminili. La seconda forma, tipica dell'Abruzzo e delle regioni limitrofe, utilizza il costrutto stare + infinito (ad esempio, chë sta a ddìcë? Tuttavia nell'area intorno alla città dell'Aquila alcune voci della terminologia pastorale di genere maschile hanno esito in -e, anziché in -u, come jupe per "lupo", fume per "fumo": quasi sicuramente si tratta di un'-e del dominio abruzzese che è penetrata in quello aquilano e non può esser presa come "spia", per dimostrare che un tempo anche il dialetto aquilano-reatino "verosimilmente" appartenesse all'area delle vocali indistinte e che successivamente si ripristinassero le vocali finali originarie, ad opera dei pastori, che con la transumanza nella campagna romana venivano a contatto con pastori laziali, anche perché si tratta proprio di termini relativi alla loro attività, in cui dunque per primi si sarebbe dovuto verificare il ripristino della vocale finale. I risultati sono quanto mai vari: e nel gruppo occidentale, ì (con un timbro intermedio tra é e i) in quello orientale, ia nell'alto Sangro, a Pescocostanzo, nel Piano di Navelli, nell'alto chietino e in parte del Molise. a Francavilla al Mare per "figlio di buona donna! Fra tali significati ne ricorrono alcuni che ben giustificano quello attuale del nostro dialetto: diffondere, spandere, trascinare con sé, divulgare, irrompere, portar via. Gerni, San Severo, 1995.  |  glott. Un esempio di sistema vocalico del primo tipo è quello di Roccascalegna (Chieti), nel quale le vocali é, ó, ed anche ì, ù, in sillaba libera, vengono dittongate: nèirë 'nera', ma stréttë 'stretta'; gëlàusë 'gelosa', ma róscë 'rossa'; fòilë 'filo', ma rìcchë 'ricco'; mèurë 'muro', ma brùttë 'brutto'. Give contextual explanation and translation from your sites ! Le vocali qui assumono infatti, come anche nel Pescarese-Pennese, anche se ormai quasi soltanto nella parlata delle persone più anziane e meno alfabetizzate, un unico suono aperto, sia in sillaba chiusa sia in sillaba libera: così quèssë "quésto", sèrë "séra", strèttë "strétto", nè-rë "néro", sòttë "sótto", sòprë "sópra", pèdë "piede", ròscë "rósso", ròsë "rosa". Il regista C. Scott è figlio dell’attore George C. Scott. Queste sono particolarità soprattutto della zona aquilana. 145. Non esiste un'unica regola ortografica per trascrivere l'abruzzese; tale mancanza è probabilmente dovuta al fatto che l'eredita letteraria scritta di questo dialetto è minima. Il neutro romanzo, anche detto "neutro di materia", interessa alcune aree, soprattutto nell'aquilano. Successivamente alla fondazione della diocesi aquilana, la metafonesi sabina riconquistò la zona dell'altopiano peltuinese e della valle del Tirino, oltrepassando Forca di Penne fino a Sant'Eufemia a Maiella, ma non intaccò le aree montane più conservative. Gli scritti in dialetto abruzzese comprendono spesso altre due lettere: la j (i lunga) che sostituisce l'italiano gli (ad es. See if you can get into the grid Hall of Fame ! Essi sono notevoli, in particolare con l'altra sponda dell'Adriatico, e dimostrano sufficientemente l'esistenza di un dominio linguistico compatto e di una civiltà "adriatica" che si configura con suoi tatti qualificanti fin dalle origini. Dunque, i dialetti d'Abruzzo possono essere suddivisi in 2 grandi gruppi[6], a loro volta articolati in 8 aree complessive: Tratto qualificante di questo gruppo dialettale è la conservazione delle vocali finali atone. Boggle gives you 3 minutes to find as many words (3 letters or more) as you can in a grid of 16 letters. If you have Italian roots, specifically from our region, you might remember your grandparents speaking abruzzese, which of course is a variation of the official national language but not always so easy to understand unless you are used to it. ... così, su due piedi, il significato della parola codesto. Infine in alcune aree limitate fino alla generazione precedente era in uso cangarrë per "oggetto mal ridotto", dall'arabo ḥangar "pugnale ricurvo". In questi luoghi, nella metà occidentale dell'area Peligna, nella zona ascolana e teramana settentrionale la a in posizione finale rimane esclusa da questo fenomeno, mentre nell'Abruzzo adriatico anch'essa confluisce nel suono neutro. (Guido e Giorgio entrano a scuola). La caratteristica più vistosa del dialetto abruzzese è la presenza della e muta risultante dall'indebolimento delle vocali atone. Lettris is a curious tetris-clone game where all the bricks have the same square shape but different content. L'altro tipo di metafonesi è quello "napoletano" o "sannita", tipico di larga parte dell'Italia centro-meridionale. In alcuni centri, in cui pure si è manifestato in passato, è stato pertanto dapprima reso facoltativo, poi del tutto rimosso. La é e la ó passano normalmente a i e, rispettivamente, u. Facendo qualche esempio tratto dalla parlata di Ortona (Chieti), si ha così: nìrë 'neri', ma nérë 'nero', e gëlùsë 'gelosi', ma gëlósë 'geloso'. Tra i poeti contemporanei che hanno prodotto testi originali in abruzzese sono da ricordare Modesto Della Porta, Raffaele Fraticelli, Vittorio Clemente, Vittorio Monaco, Ottaviano Giannangeli, Marcello de Giovanni, Romolo Liberale, Giuseppe Tontodonati, Ernani Catena. ESEMPIO vado - vajo, andiamo - jemo. A New York, un abruzzese potrà stupirsi che strade così larghe si dicano street perché nel suo dialetto street significa stretto. English Encyclopedia is licensed by Wikipedia (GNU). Questo fenomeno colpisce le vocali toniche é, è, ó, ò (chiuse/aperte) del sistema romanzo comune, quando la vocale finale della parola originaria latina è i oppure u. La seconda forma, tipica dell'Abruzzo e delle regioni limitrofe, utilizza il costrutto stare + infinito (ad esempio, chë sta a ddìcë? Gli abruzzesismi principali passati all'altra sponda sono kaškavale, dall'abruzzese adriatico cascëcavallë per "caciocavallo", kolandra "specie di allodola", come nel dialetto di Scanno colandra o nell'abruzzese orientale calandrë, otarasiti se per "allontanarsi", dall'abruzzese addarassà. Sono poesie di vario genere, scritte in dialetto abruzzese, per mantenere vivo l’interesse per le lingue dialettali che rischiano di scomparire. lu tempe belle de la cuntentèzze, quande pazzijavàm' a vola vola e ti cupré di vasce e di carezze. Le forme del plurale dei sostantivi rimangono quelle del romanzo comune: -i per i nomi maschili, -e per quelli femminili. Nel chietino, sono centri con isocronismo completo Chieti, Casalincontrada, Guardiagrele, Pretoro, Ripa Teatina e la bassa valle del Pescara (Manoppello, Turrivalignani): in tali centri è parlato il cosiddetto Chietino-occidentale, che appare come area di saldatura fra l'Abruzzese Orientale-Adriatico e l'Abruzzese Occidentale. Gli esiti delle vocali alterate sono diversi a seconda della zona, ma tuttavia si può dire che dal punto di vista fonetico la metafonia abruzzese sintetizza i processi di elevazione linguale del tipo sardo e napoletano. Queste ultime presentano infatti palatalizzazione - e all'Aquila gli articoli maschili sono ji, ju - mentre le prime ignorano tale fenomeno - e a Rieti gli articoli sono li, lu -.