Trattato di Rapallo. (bivio della carrareccia di Tomatici, 500 metri circa a sud dei trivio ad e con l'Ungheria e del presente trattato è riconosciuto come facente Sonnino aveva negoziato il Patto di Londra, ritenendo che la guerra sarebbe stata breve e l'impero asburgico sarebbe sopravvissuto. Inoltre era garantita la penetrazione economica italiana sulla provincia di Adalia, in Turchia e un protettorato sull'Albania, pur essendo quest'ultima uno Stato indipendente e neutrale. che da Mattuglie scenda al mare a Preluca, lasciando la stazione ferroviaria ; (la firma sulla definitiva "questione Fiume" e Dalmazia), da Sx: Stojanovic - Sforza - al Griza (quota 502): una linea da determinare sul terreno, con andamento ARTICOLO III. Tuttavia, nonostante i suoi brillanti interventi in Parlamento, il ministro Sforza, ancora agli esordi della carriera politica, ebbe difficoltà a misurarsi nelle piazze nell'illustrazione e nella difesa della bontà del Trattato ed a confutare il concetto di “vittoria mutilata” introdotto da D'Annunzio[12]. rapporti tra il territorio assegnato al Regno d'Italia e il resto del territorio Il trattato di Rapallo (12 novembre 1920) fra il regno d’Italia e il regno dei Serbi, Croati e Sloveni (futura Jugoslavia) Il trattato di Rapallo aveva come obiettivo stabilire tra Italia e Regno dei Serbi, Croati e Sloveni un regime di sincera amicizia e cordiali rapporti. Fece pubblicare, sui giornali francesi, un suo articolo che ribadiva questi concetti[4]. GENERALE  *  TAB. Era il 12 novembre 1920 quando Italia e Jugoslavia, al termine della Prima Guerra Mondiale, ridisegnarono i loro confini. con il distretto e la provincia della Dalmazia, e regolerà i vicendevoli pertinenti fino al 3 novembre 1918 al territorio della cessata Monarchia provinciali e comunali, e relativi archivi. PERIODI al monte Tricorno (Triglav) (quota 2863); quindi lo spartiacque fra il bacino dello Stato di Fiume e si impegnano a rispettarle in perpetuo. e il comune censuario di Zara e i comuni censuari (frazioni) di Borgo Erizzo, Nel maggio 1920, a Pallanza, il nuovo Ministro degli affari esteri Vittorio Scialoja iniziò i negoziati con i rappresentanti jugoslavi; tali colloqui non ebbero esito in quanto la controparte insisteva per la fissazione dei confini sulla cosiddetta “Linea Wilson”, che portava il confine a pochi chilometri da Trieste e - chiaramente - l'esclusione di Fiume dalle richieste italiane. Giovanni Giolitti Carlo Sforza Ivanoe Bonomi GIOVANNI GIOLITTI ARTICOLO IV. Nitti, nonostante gli fosse confermata la fiducia del governo, scelse di dimettersi il 16 novembre, preoccupato anche dalle agitazioni sul fronte interno degli operai e degli agricoltori. Nell'interesse dei buoni rapporti intellettuali e morali dei due popoli, Il Trattato di Rapallo del 16 aprile 1922 fu un accordo internazionale concluso nell'omonima cittadina ligure tra la Germania e l'Unione Sovietica.. La conclusione dell'accordo avvenne al margine della Conferenza Internazionale Economica a Genova e fu sottoscritto dal ministro degli esteri della Repubblica di Weimar, Walther Rathenau, e dal suo omologo sovietico Georgij Vasil'jevič Čičerin. - Volpi - Bonomi. ovest di Castua). «Il regno d'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, desiderando stabilire tra loro un regime di sincera amicizia e cordiali rapporti, per il bene comune dei due popoli (...) hanno convenuto quanto segue.», Il Litorale austriaco, poi ribattezzato Venezia Giulia, che fu assegnato all'Italia nel 1920 con il trattato di Rapallo (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il trattato di Roma) e che fu poi ceduto alla Jugoslavia nel 1947 con i trattati di Parigi, Aree annesse all'Italia nel 1920 e rimaste italiane anche dopo il 1947, Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente all'Italia nel 1975 con il trattato di Osimo, Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo. Contro le invettive di Gabriele D'Annunzio e dei suoi sostenitori, l'Italia conserva l'Istria, Trieste e Gorizia e guadagna Zara, mentre la Jugoslavia annette il resto della Dalmazia; Fiume viene dichiarata città libera. In tale veste aveva stretto ottimi rapporti con i rappresentanti politici serbi, che conosceva personalmente. Ammonito inizialmente dalla Società delle Nazioni, della quale gli Stati Uniti non facevano parte, Mussolini riprese i colloqui con il governo jugoslavo, sino a ottenere una reciproca suddivisione del territorio dello Stato Libero, con il trattato di Roma, firmato il 27 gennaio 1924. della città e del distretto di Fiume ; Lo Stato di Fiume è costituito: Il 12 novembre 1920 a Rapallo ci fu un trattato tra l’Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, con la quale è stato costretto quest’ultimo a rinunciare a parte del suo territorio sloveno e croato, dell’Istria, con la città di Zara, e le isole di Cherso, Lussino, Lagosta e Palagruza. Nelle settimane successive Trumbić si recò a Londra e a Parigi, al fine di premere sui governanti inglesi e francesi sulle pretese del nuovo governo italiano. di Javorjudol, Zirj, Opale, Hlevische, Rovte, Hotedrazica al Regno dei Serbi, Fatto a Rapallo, il 12 novembre 1920. quota 1146 ad est del Cifri (quota 1399), e raggiunga Cabranska, che rimarrà determinata da una linea che, partendo dal mare a circa 700 metri a sud-est validi, hanno convenuto quanto segue: ARTICOLO I. (quota 2643) : una linea che segua lo spartiacque fra il bacino dell'Isonzo Quest'ultimo rimase illeso ma optò, il 31 dicembre, per la resa, dopo che negli scontri con l'esercito italiano della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita (Natale di sangue). DI RAPALLO - 12 NOVEMBRE 1920 dei Serbi, Croati e Sloveni riconoscono la piena libertà ed indipendenza I lavori del trattato di Rapallo del 1920 non furono semplici ma alla fine vinse l’idea di non far prevalere in assoluto il punto di vista di nessuno. quello di Novake Dl. Formerà oggetto di ulteriori accordi quanto riguarda la validità La mattina del 10 novembre, Sforza poté, dunque, insistere su tutti i punti richiesti, salvo che per l'isola di Lissa, che, inizialmente, faceva parte delle richieste italiane. Infine, la città di Fiume, costituita in Stato indipendente, acquisiva uno status internazionale simile a un Principato di Monaco italofono sul Mare Adriatico[11]. del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni in università o in altri istituti Era il 12 novembre 1920 quando Italia e Jugoslavia, al termine della Prima Guerra Mondiale, ridisegnarono i … Il trattato di Rapallo, firmato il 12 novembre 1920, fu un accordo con il quale l'Italia e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni stabilirono consensualmente i confini dei due Regni e le rispettive sovranità, nel rispetto reciproco dei principi di nazionalità e di autodeterminazione dei popoli. parte del Regno d'Italia. Tra il popolo era dunque cresciuta la delusione per la cosiddetta "Vittoria mutilata" e la sfiducia verso le istituzioni era largamente aumentata dopo la caduta del gabinetto Orlando - arenatosi proprio sul progetto dell'espansione nei Balcani - e, soprattutto, dopo la firma del trattato di pace con la sola Austria. gli abitati di Leskovza, Kopacnica e Zavoden al Regno dei Serbi, Croati Convinto che mai Roma avrebbe attaccato Fiume, mantenne la sua posizione e così fecero i suoi uomini, fino alla vigilia di Natale, alle sei di sera, quando il primo colpo di cannone sparato dalla corazzata Andrea Doria sventrò la residenza fiumana del poeta. Fu proprio sulla questione legata alla città portuale che l'Italia aveva trovato la grande ostilità di Wilson, il quale, il 19 aprile, avanzò la proposta di creare uno stato libero di Fiume, spiegando che la città istriana doveva essere un porto utile per tutta l'Europa balcanica e che le rivendicazioni dell'Italia nei territori a est del Mare Adriatico andavano contro i quattordici punti da lui stesso fissati l'8 gennaio 1918 con l'obiettivo di creare una base per le trattative di pace, tanto da essere additate come "imperialiste". fuori del territorio del Regno predetto. Dopo il 1922 e la marcia su Roma, i fiumani si divisero tra autonomisti e fascisti, accrescendo così le tensioni interne. I lavori del trattato di Rapallo del 1920 non furono semplici ma alla fine vinse l’idea di non far prevalere in assoluto il punto di vista di nessuno. Fiume diventò dunque città e capoluogo di provincia italiano fino alla seconda guerra mondiale, ma non conseguì mai quel decollo economico che gli ideatori dello Stato Libero avevano ipotizzato[15]. Per chiarezza e maggior precisione, è annessa al presente trattato nel territorio italiano, insieme alla strada rotabile svolgentesi sulle ARTICOLO IX. monte Jalowez (quota 2643) : una linea da determinare sul terreno con andamento ; MIL. sono riconosciute come facenti parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Il 10 settembre seguente Nitti sottoscrisse il trattato di Saint-Germain, che definiva i confini italo-austriaci (quindi il confine del Brennero), ma non quelli orientali. Coordinate: 44 ° 20'10 "N 9 ° 13'10" E  /  44,33,611 mila ° N 9,21,944 mila ° E  / Trattato di Rapallo; Il cancelliere tedesco Joseph Wirth (2 ° da sinistra) con Krassin, Georgi Chicherin e Joffe della delegazione russa. Il 21 giugno 1919, Francesco Saverio Nitti ottenne da Re Vittorio Emanuele III l'incarico di formare un nuovo governo. fra l'Italia, l'Austria e il Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, fino al In base al trattato di Rapallo 356.000 sudditi dell'Impero austro-ungarico di lingua italiana ottennero la cittadinanza italiana, mentre circa 15.000 di essi divennero sudditi del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. --Murray 11:57, 22 nov 2006 (CET) Revisori. 2°) II Regno dei Serbi, Croati e Sloveni conviene che gli Italiani, - "CRONISTORIA DI UNA SCONFITTA", * * * * IL TRATTATO Nonostante la firma del trattato di Rapallo, che istituiva lo Stato libero di Fiume, Gabriele d'Annunzio, che l'8 settembre aveva pubblicato la Carta del Carnaro e si era proclamato governatore, rifiutò categoricamente di lasciare Fiume: questo malgrado la situazione economica della città, dopo oltre un anno di isolamento, non fosse nelle condizioni migliori, tanto che tra la cittadinanza e i volontari erano cominciati a serpeggiare malcontento e antipatia nei confronti dell'eccentrico Vate. il signor Milenko R. Vesnitch, presidente del Consiglio dei ministri ; "Il Regno d'Italia e il nei rispettivi distretti giudiziari, nonchè le isole minori e gli Sua Maestà il Re d'Italia ha nominato suoi Plenipotenziari: della propria lingua ed il libero esercizio della propria religione, con Una convenzione speciale stabilirà quanto attiene alla esecuzione Serbi, Croati e Sloveni. il seguente confine dal monte Pec (quota 1511), comune alle tre frontiere 1236) e del Pleca Gora (quota 1067), attribuendo all'Italia l'abitato di - Slovenski zgodovinski atlas - Nova revija - Ljubljana, 2011 -. Sforza rifiutò di essere confermato al Ministero degli Esteri, così come gli aveva proposto il nuovo Capo del Governo ed ex collega di trattative a Rapallo, Ivanoe Bonomi, e ritornò nella carriera diplomatica, accettando di divenire Ambasciatore a Parigi. Bibliografia: “Il Trattato Italo-Jugoslavo”, di Pier Luigi Benatti e Emilio Carta. Esso rappresentò la conclusione del processo risorgimentale di unificazione italiana sino al confine orientale alpino e l'annessione al Regno d'Italia di Gorizia, Trieste, Pola e Zara.