Contiene tutti i 142 libri di Livio, a eccezione delle epitome dei libri 136-137, andate perdute. Write CSS OR LESS and hit save. Iniziamo col dire che di Tito Livio non si hanno notizie certe. Il fine della sua storia è l’esaltazione della patria, e … Tito Livio: la vita e i rapporti con Augusto. La “TITO LIVIO” La ‘Tito Livio’ è ubicata nel Quartiere Chiaia, tra il centro storico di Napoli e il lungomare; il quartiere Appunti del corso monografico di lingua e letteratura latina, Studium Parmense, Parma, 1966. Età augustea . Contesto storico. Condividi questa lezione. Questo accade ad esempio nel racconto della guerra contro Veio, costellata di particolari probabilmente inventati, ma fondamentale perché, per la prima volta, i romani si affermano come potenza tra i popoli dell’Italia centrale. Contro questa congettura scrisse A. Klot, Hermes 48, 1913, p. 552. Con lui termina l’età della repubblica e inizia quel periodo della storia romana che si chiama principato. Livio non fa suo quel relativo distacco che caratterizzava l’opera dei maggiori storici greci, come Tucidide e Polibio, bensì segue appassionatamente le vicende del popolo romano. Le Opere di Livio tradotte dal Latino all'Italiano. Il centro della narrazione liviana é la res a populo Romano. Non si può negare che Livio accetti i racconti mitici e li inquadri nella sua cronologia, ma ciò non può eludere un’osservazione: le parti a noi pervenute fanno parte della storia più oscura e lontana di Roma, avvolta in un’aura mitica e mal documentata (lontanissima è dunque la completa documentazione). 4, Schoene, p.3. Un taglio più professionale è dato da Quintiliano, che ne loda il senso critico ed estetico: “Neque indignetur sibi Herodotus aequari Titum Livium.” [12]. Il suo retaggio tradizionalista lo rendeva naturalmente filorepubblicano, e l’esaltazione dell’antico ordinamento é una costante delle Storie. Molti termini come la parola libertas, che nelle Storie compare più di 300 volte, sono spesso oggetto di oscillazioni semantiche: quando assume alle volte il significato positivo di “non servitù” e altre volte la connotazione negativa di sinonimo di “caos” e “anarchia”. [14] Ivi, p. 26. Lo scarso interesse per la precisione in Livio causa una certa pigrizia nel vaglio delle fonti. Qual è la situazione dell’istruzione in Italia? Nel libro VIII troviamo: “Ho testimonianza che durante l’assenza del dittatore…” e “presso gli storici più antichi si trova ricordato solo questo combattimento…”. [4] A. Marastoni, Letture Liviane. Proseguendo la navigazione senza modificare le impostazioni del browser - accetti di ricevere tutti i cookie del sito www.policlic.it Se non desideri ricevere i cookie, modifica le impostazioni del tuo browser. [1] San Gerolamo, Chronicon, Praef. Per esigenza espositiva, abbiamo inteso quale "età augustea" il periodo storico-politico-letterario che , secondo lo schema tracciato in "cronologia",- va dalla II metà del I sec. Pur non avendo più a disposizione le fonti alle quali Livio ha attinto (pensiamo agli annali massimi, i fasti e i commentarii pontificum) possiamo ricercare le modalità della sua analisi critica dai suoi stessi scritti. La terza decade è testimoniata da un discreto numero di codici, seppur tutti frammentati. La prima informazione che abbiamo relativa a Machiavelli risale al 1498, ... "Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio" e le "Istorie fiorentine". ... Tito Livio. 11, 1990, pp. Ancora Plinio il Giovane poteva scrivere di una severissima matrona padovana, Serrana Procula: Conosci i costumi di quel luogo: e figurati che Serrana riesce ad essere esempio di severità persino per i Padovani. Lo storico romano Tito Livio (59 a.C.-17 d.C.) racconta che, nel 340 a.C., Annio, a nome dei po-poli latini alleati, rivolse al senato questa richiesta: «Dateci l’uguaglianza e le stesse leggi; facciamo con voi un solo stato, una sola civitas; prendia-mo un solo nome e chiamiamoci tutti romani». Attraverso il racconto storico Livio dimostrerà come Roma è diventata una potenza internazionale. Tito Livio, fra i più illustri per eloquenza e attendibilità, tanto lodò Pompeo che Augusto lo chiamava “pompeiano”; ma questo non danneggiò la loro amicizia. Per la parte relativa all’espansionismo romano in Oriente Livio dipende molto da Polibio, da cui gli deriva una concezione globale del Mediterraneo. L’opera é composta di ben 142 libri, oggi in gran parte perduti: dalla fondazione di Roma alla morte di Druso nel 9 a.C. Alcuni indizi fanno pensare che Livio intendesse continuare la sua opera sino al 9 d.C., anno della topica disfatta delle legioni di Varo a Teutoburgo, per un totale di 150 libri. Do il mio consenso affinché un cookie salvi i miei dati (nome, email, sito web) per il prossimo commento. La Tragedia di Tito Andronico è la prima tragedia di Shakespeare, composta con molta probabilità tra il 1589 e il 1593, probabilmente con la collaborazione di George Peele. Lo storico romano Tito Livio, un provinciale di successo. [8] A. Marantoni, Letture Liviane. Contesto. In generale cita indirettamente: “trovo scritto che…” (Livio 4, 23, 1-3). Ab urbe condita libri di Tito Livio, opera conosciuta anche come Historiae. La fortuna di Livio fu immensa e non tardò ad arrivare. E ancora Tito Livio racconta che, per venire incontro ai Sabini, i Romani presero il nome di Quiriti, dalla città di Cures, mentre il vicino lago nei pressi dell'attuale foro romano, fu chiamato in ricordo di quella battaglia e del comandante sabino scampato alla morte (Mezio Curzio), Lacus Curtius. [7] E. Wölfflim, Die Latinität der verlorenen Epitoma Livii, Archiv. Livio non é uno scrittore libero e spregiudicato nella ricerca della verità storica e questo non era sfuggito agli antichi. Opere. Le Storie ebbero difficoltà a conservarsi nella loro interezza e andarono in gran parte perdute nel Medioevo. appunto pel profondo spirito di romanità che lo pervade, Tito Livio non vede che Roma. La sua storia tende a confermare questo assunto. Secondo Svetonio, l’imperatore Caligola definiva Livio verbosus, “prolisso”, e neglegens (Svetonio, Caligula 34, 5). Tito Livio (in latino: Titus Livius ; Patavium, 59 a.C. – Patavium, 17 d.C.) è stato uno storico romano, autore della Ab Urbe condita, una storia di Roma dalla sua fondazione fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto, nel 9 a.C. Roma dalla fondazione . Appunti del corso monografico di lingua e letteratura latina, op. Gaetano De Sanctis, Storia dei romani. Il nome deriva da «tullus» («polla d’acqua»), anche se alcuni lo fanno derivare da tradizioni che lo collegano all’iniziativa di Servio Tullio o di Tullo Ostilio. Alla luce di queste considerazioni, occorre precisare però che, nonostante queste criticabili (se le si confronta con i criteri degli storici moderni) peculiarità del metodo storiografico di Livio, spesso le evidenze archeologiche e il confronto con altre fonti hanno confermato la sostanziale veridicità dei resoconti delle Storie liviane. Purtroppo è molto frammentato ed è stato raschiato e riscritto con un altro testo di S. Gregorio papa del IX secolo. Polibio é molto attento ai dettagli tattici, invece Livio é interessato soprattutto a mettere in scena i mores e preferisce sacrificare l’accuratezza tecnica all’effetto artistico: cosa che rende spesso problematica la ricostruzione dell’effettiva dinamica di un’avvenimento. CTRL + SPACE for auto-complete. Nel libro X: “Licinio e Tuberone tramandano che, poiché tutte le centurie… Intorno a questo fatto mi fa dubitare il più antico scrittore di annali, Pisone…”, ma potrebbero essere citati tantissimi altri esempi. Tito Livio, il cui cognomen è sconosciuto (Patavium, 59 a.c. – 17 d.c.), è stato uno storico romano, autore di una monumentale storia di Roma, gli "Ab Urbe Condita libri" CXLII, dalla sua fondazione (per tradizione il 21 aprile 753 a.c.) fino alla morte di Druso, figliastro di Augusto nel 9 a.c.. Forse quest’ultima è da ricercare nelle tumultuose vicende che sconvolsero la vita di Livio ragazzo, pensiamo alle guerre civili nell’Italia del Nord, o anche per il vivo amore per Roma che conosciamo grazie alle sue opere. [11] “Al fine di valutare la natura del geniale Tito Livio” L.A. Seneca, Suasoriae, VI, 21, Cambridge University Press, London, 1974. Si potrebbe, dunque, dedurre che Livio fosse appartenente ad una famiglia ricca che gli garantì il raro privilegio di poter consacrare completamente la sua vita all’, Testata giornalistica registrata al Tribunale di Napoli, autorizzazione 22 del 21/04/2015. Dopo la battaglia di Azio (31 a.C.) Ottaviano è il solo uomo in grado di governare Roma. Tito Livio (59 a.C. Padova – 17 d.C. Padova), storico romano, scrisse 142 libri Ab urbe condita (“Libri dalla fondazione di Roma”). ne, lo storico dell’ottocento francese autore del celebre Essai sur Tite Live, istituì tra la nar-razione di Livio e la parallela narrazione del freddo e ‘scientifico’ Polibio, lo storico greco dell’ambiente scipionico (III,54-55). Purtroppo i riassunti, più comodi da copiare, fecero sì che la trasmissione dell’opera integrale venisse progressivamente tralasciata, e così essa venne perduta. 1/8. «Gli ... (Tito Livio, Ab Urbe Condita, I, 27.) Secondo Tito Livio la causa immediata di questa guerra è da cercare nel 361 a.C., quando i Tiburtini chiusero le porte della loro città ad un esercito romano di ritorno da una campagna contro gli Ernici. In certi punti si sente che egli segue costoro fedelmente senza esercitare giudizio critico; sono quei punti di pure sapore annalistico, che indica senz’altro la provenienza [14]. Cerchiamo ora di capire il nesso tra narrazione storica e tradizione liviana. Era un’opera enorme che fu pubblicata dallo stesso autore in blocchi e in blocchi queste circolavano tra i lettori. cit., p. 34. Le Storie iniziarono quindi precocemente a circolare nella forma di codex e in versioni epitomate. Storia e sviluppo dello Stato Assoluto, Klaus – I segreti del Natale: analisi del film, Il canguro e la sua simbologia nella cultura australiana. Da questo ramo derivano il codice C, Colbertino anch’esso della Biblioteca Nazionale di Parigi, Lat. Pochi potevano permettersi per costo e spazio di tenere in casa un Livio completo. Secondo Svetonio, l’imperatore Caligola definiva Livio verbosus, “prolisso”, eneglegens (Svetonio,Caligula 34, 5). Può darsi che questa divisione sia più antica e forse originaria; la presenza in corso d’opera di disseminati proemi o all’inizio delle decadi, per esempio all’inizio del libro VI (non sappiamo con certezza se fosse cosi anche per le altre), suggerisce che questa fosse la divisione originaria dell’autore. La posizione e impagabile, l'affaccio sul giardino condominiale garantisce silenzio e tranquillita. Grazie ad esse é possibile ricostruire la suddivisione dell’opera e il contenuto. Storico latino, nato a Padova nel 59 a.C. e morto nel 17 d.C. Dei suoi 142 libri Ab urbe condita, soltanto 35 (I-X, XXI-XL, XL-XLV con lacune) «da la malignità de’ tempi non ci sono stati intercetti» ( Discorsi I proemio 9). La storiografia liviana é una storiografia retorico-letteraria, sulla scia di Timeo e degli storici di Alessandro. All’opposto, la metodologia del tempo lasciava largo spazio di manovra allo storico e imponeva di conferire dignità artistica all’opera. [2] M. V. Marziale, Epigrammi, 1, 61, 3, W. M. Lindsay, Oxford, 1954. Venne scoperto nel 1818 da Angelo Mai che riuscì a leggere parte del testo liviano della prima decade, la più fortunata [5]. Tito Livio come Polibio ammira la grandezza di Roma e ne é il suo cantore, ma rigetta la teoria di Polibio che sosteneva come la grandezza di Roma avesse le sue fondamenta nel sistema di governo romano misto di monarchia, aristocrazia e democrazia, e dunque immune alle degenerazioni perché non esclusivo. CTRL + SPACE for auto-complete. Una seconda recensione è la cosiddetta Historia Simmachea, nella quale viene operata una revisione dell’opera di Livio, che però non ha una genealogia propria e per questo motivo rimane isolata dal resto delle fonti a noi pervenute. Verifica: Machiavelli, biografia e contesto storico. Nell’era del volumen, in cui il libro coincideva con un rotolo di papiro, l’opera di Livio era davvero monumentale. Filologia e fonti in Tito Livio: tra leggenda e storia, "I cookie servono a migliorare i servizi che offriamo e a ottimizzare l'esperienza dell'utente. L’opera constava, originariamente, di 142 libri, dei quali solo alcuni sono arrivati fino a noi: 1-10; 21-30; 31-40; 41,45, a questi si può aggiungere un frammento manoscritto del libro 91 scoperto da Paul Jacob Bruns nel 1772, contenuto nel Palimstesto Vaticano-Palatino 24 e riguardante le guerre di Sertorio [4]. In questo ultimo passo appena citato, per esempio, Livio preferisce citare due autori che presentano due testimonianze diverse pur basandosi entrambi sui Libri Lintei come fa notare Livio stesso. Quando si parla di grandi personaggi storici spesso si perdono di vista coloro che ce ne hanno tramandato le gesta ed i nomi, rendendoli immortali e tramandandoli ai posteri. I libri seguenti (libri 31-45, incompleti) si concentrano sulle vicende orientali, in particolare sulla progressiva conquista da parte di Roma della Macedonia, della Grecia e delle altre potenze ellenistiche, fino alla battaglia di Pidna (168 a.C.). Dettaglio che evidentemente obbligò lo storico padovano a un maggior sforzo nella rielaborazione rispetto agli episodi che voleva estrapolare dalla sua fonte. Sallustio vive durante il periodo convulso che va dalla caduta della repubblica fino all’ascesa di Cesare al potere dopo le sanguinose guerre civili. Tale tecnica, comune nel mondo antico, consisteva nel suddividere il racconto anno per anno in maniera abbastanza rigida. Questo vale sia per quanto riguarda la sua educazione, la sua famiglia, i suoi scritti, le sue fonti, ma anche per la motivazione per la quale venne a Roma. Il racconto di Livio mostra di non fare caso a sviste grossolane delle fonti, e la mancanza di logica nel racconto ci induce a pensare che il resoconto liviano non sia veritiero. II. Non sappiamo molto sulla sua vita, ma é considerato il più grande storico della letteratura latina. I rapporti tra principe e intellettuali non era però sempre “armoniosi”. [12] “Che Erodoto non s’indigni che gli venga eguagliato Tito Livio” M. F. Quintiliano, De institutione oratoria, X, 1, 101, Lipsia, Ottonis Holtze, 1971. Segue, dunque, il collaudato e tradizionale metodo annalistico; pur proclamando di volersi tenere lontano dall’antica rozzezza (rudis vetustas) degli annalisti, si dimostra cosciente della propria mancanza di originalità nello strutturare la sua opera. Polibio utilizzava sempre fonti primarie. Livio segue con scrupolo il metodo annalistico; l’unità di tempo che scandisce ogni vicenda é l’anno in corso, e non si passa ad avvenimenti successivi finche non si é esaurito l’anno. [3] P. P. Stazio, P.Papini Stati Silvae, 4, 7, 55, in aedibus B. G. Teubneri, Lipsia, 1961. L’opera viene pubblicata postuma nel 1531. L'ultimo storico repubblicano in età Augustea : Tito Livio. È uno dei tanti casi di lotte sociali dove si può notare l’anacronismo liviano: ciò che fa Orazio è la cosiddetta provocatio, che però è una forma di giudizio popolare dell’età repubblicana (entrata in vigore proprio nel 509 a.C.) e non del periodo regio, come descrive Livio. 1-12. storica, quindi la storia viene usata per mostrare esempi di virtù o di vizio, ma anche come alternativa all’impegno politico diretto. Poniamo un esempio a proposito del caso di Orazio che si appella al popolo contro la condanna del re. La scelta del modello annalistico non impedisce allo storico di dedicare più spazio agli avvenimenti più contemporanei a lui. Livio amava il suo lavoro, sentiva che la sua serenità derivava dallo svolgerlo e questo, insieme alla necessità di andare a ricercare e raccogliere le testimonianze sulla storia di Roma antica, hanno fatto sì che lo storico dedicasse il resto della sua vita, dal 27 a.C. fino alla sua morte, alla scrittura della sua opera maggiore: Ab Urbe condita. 5 Il Tullianum fu realizzato, secondo lo storico Tito Livio, negli anni di Anco Marzio nel VII secolo avanti Cristo (Tito Livio, Ab Urbe condita I, 33,8). Troviamo nel libro VIII: “Trovo negli annali riferito in modo diverso il cognome del console Valerio, che sarebbe Flacco o Polito; ma poco importa quale sia la verità. Dall’esemplare è possibile ricavare una conclusione fondamentale: l’epitome non attinse direttamente da Livio, bensì da una fonte secondaria. Non sempre il suo racconto è obiettivo e le fonti affidabili,specialmente per epoche più remote. I Romani antichi incarnano il mos maiorum: leali, rispettosi della religione e dei popoli, clementi con i vinti, grandi in guerra, ottimi comandanti, frugali, patrioti. La conquista del primato in Italia, Bocca, Torino, pp. Sotto il profilo del Livio storico possiamo dire che la sua lettura moderna seguì varie fasi. Vol. 43-45. La storiografia a Roma era infatti sempre stata, per tradizione, in mano alla classe senatoria, composta da uomini, come Cesare e Sallustio, che per il proprio ruolo politico e/o l’esperienza militare erano stati protagonisti delle vicende storiche o almeno attori delle vicende da loro narrate. Tuttavia, basta questo esempio per leggere, oltre l’apparenza da storico oggettivo, le sue propensioni per l’una o per l’altra fazione che non riesce a placare. I due blocchi di libri che si sono conservati riguardano le origini e la storia più arcaica di Roma: i primi dieci libri, o prima deca, raccontano i fatti che vanno dalla mitica fondazione di Roma a opera di Romolo (753 a.C.) fino all’anno 293 a.C. La terza decade (libri 21-30) è incentrata sugli eventi della seconda guerra punica (Cartagine), dal suo scoppio – con la violazione del trattato di pace da parte di Annibale (218 a.C.) – fino al definitivo trionfo a Zama di Scipione l’Africano (202 a.C.). Egli avrebbe potuto semplicemente consultare la fonte prima, dal lui citata, ma preferisce limitarsi a una sospensione del giudizio, accompagnata da una citazione sul tempo che seppellisce ogni cosa. Ciò che presso gli antichi era un complimento (ma non per Caligola), per un moderno risulta un grave difetto: in Livio l’arte prevale sulla scienza storica; perciò, in caso di contrasto tra l’esigenza di resa estetica di un avvenimento e la necessità di descrivere la realtà, Livio tende a privilegiare il primo aspetto. Appunti del corso monografico di lingua e letteratura latina, Studium Parmense, Parma, 1966, p. 10. Meno fortunata è la quarta decade, mentre della quinta si conoscono pochi frammenti. Livio si trasferisce da Padova a Roma prima di accingersi alla redazione delle Storie. Questo gli permette di trovare un accordo tra storia e leggenda, sacrificando l’esattezza a vantaggio, tuttavia, dell’insegnamento morale e della letteratura. Livio stesso si rende conto delle difficoltà dell’opera. Per comprendere a pieno Livio é indispensabile fare riferimento anche al fatto che la sua opera si presentava come una monumentale e solenne celebrazione del popolo romano, la gente romana. L’ISTAT risponde, Cos’è l’Assolutismo? discorsi sopra la prima deca di tito livio • Stesura dell’opera: iniziata nel 1513 viene prima sospesa e poi ripresa e terminata entro il 1519. Gli Ab urbe condita libri: contenuto dell’opera, fonti e metodo. Benché sia filorepubblicano, Livio condivide con l’ideologia augustea il comune sentimento del moralismo, della pax dopo il terribile periodo di guerre civili e delle malefatte delle partes politiche nell’Urbe. Livio non ci risulta che di norma consultasse testi antichi o iscrizioni. Riccardo Salmeri, Leggenda e storia nell’opera di Tito Livio, Palermo, Mori, 1976. I buoni rapporti con Augusto sono testimoniati dal fatto che questi gli affida come allievo il nipote Claudio (figlio del figliastro, fratello maggiore di Tiberio, Druso) che iniziò a comporre un’opera storica proprio su esortazione del suo maestro. Livio non ignora la poca credibilità delle leggende delle origini, ma proprio perché affini con lo spirito di romanità, queste vengono non solo inserite nei fatti storici, ma anzi aggiungono alle origini di Roma un’aura di veneranda grandezza. Delle leggi Valerie è la più nota e non è altro che un’anticipazione della storica legge Valeria sulla provocatio del 300 a.C. Catone Uticense: dalla storia alla letteratura, la rivisitazione del personaggio nel Purgatorio di Dante I libri 31-45 giungono fino al trionfo di Lucio Emilio Paolo dopo la battaglia di Pidna del 168, che segna la conquista della Macedonia. La neglegentia di Livio, cioè la non perfetta attendibilità nella ricostruzione storica, é causata ora da errori già presenti nelle fonti, ora da difetti nell’utilizzo delle fonti stesse, dalla … Per quanto riguarda le fonti, la più antica, e la versione più vicina a Livio a cui si possa risalire ad oggi, è il codice palimpsesto Veronensis 40 della Biblioteca Capitolina di Verona, risalente al IV secolo. Quintiliano in un passo in cui afferma l’inopportunità per un oratore di esprimersi con inflessioni regionali porta come esempio questo difetto proprio Livio e ci tramanda un notissimo giudizio di Asinio Pollione sulla Patavinitas di Livio. ", Come eravamo: storia in pillole della Prima Repubblica, Diplomazia: molto più di una semplice professione, La Notte degli Oscar premia il capolavoro di Sam Mendes “1917”, Napoli: dalla fine dei Borbone al Risanamento, Come Mussolini è diventato il “duce” del fascismo, Il crollo del fascismo: racconto di un’uscita di scena, L’Italia: dall’unificazione alla questione meridionale, La Regione Lazio ai tempi del coronavirus. Tàcito, Publio Cornelio (lat. Inizialmente molto contestato, vengono analizzate le imprecisioni, l’accettazione acritica dei racconti leggendari, la “pigrizia” nel controllo delle fonti, errori di cronologia e altro. Modus operandi che non é sempre celato agli occhi del lettore, che spesso si ritrova a leggere avvenimenti duplicati o alterazioni cronologiche. La sincronizzazione di Livio con Messalla Corvino, che sappiamo con certezza essere nato 5 anni prima, consiglia forse di retrodatare anche la nascita e la morte di Livio di cinque anni prima: dunque rispettivamente 64 a.C. e 12 d.C. Padova era nota in modo quasi proverbiale per l’attaccamento conservatore agli antichi costumi. Versioni di latino con traduzione dell’autore Tito Livio che elaborò una delle più vaste opere storiche latine raccolte in 142 libri nell’Ab Urbe Condita. Duemila anni fa la morte dello storico padovano, uno dei più grandi storici dell’Occidente, autore di una monumentale opera su Roma, “Ab Urbe condita libri CXLII”. una password è stata inviata all'indirizzo email specificato. D’altra parte Livio certamente preferisce la pax augustea alle guerre civili del secolo precedente e non possono dispiacergli i continui richiami al mos maiorum di cui é permeata l’ideologia augustea. Augusto dalla sua posizione di forza poteva tollerare e persino manifestare magnanimità nei confronti dell’opposizione, considerando il fatto che egli stesso si presentava pubblicamente come il restauratore della res publica. P. Cornelius Tacitus; non più accreditata la variante Gaio Cornelio Tacito). [9] G. De Sanctis, Storia dei romani. Incontro con la letteratura italiana: Livio e Machiavelli Epicureismo e stoicismo nell’età di Cesare. Tito Livio parteggia per i patrizi, ma la parzialità é implicita nel racconto, mai esplicita, ma suggerita dalla descrizione. Per Livio vale in modo particolare la tradizionale definizione ciceroniana (De Legibus 1, 5, 2) della storiografia come opus oratorium maxime. - Storico romano (1°-2° sec. padovano Tito Livio dà opera storiografia. Le guerre romano-latine furono una serie di guerre combattute tra Roma antica ed i Latini, dai primi tempi della storia di Roma fino alla sottomissione finale dei Latini come conseguenza della guerra latina. Tito Livio e il lavoro dello storico Sotto il profilo del Livio storico possiamo dire che la sua lettura moderna seguì varie fasi. 1.2 - Risorse professionali 1.3 - Risorse strutturali 1.1 Analisi del contesto e dei bisogni del territorio di riferimento. La tendenza di T. Livio nel raccontare la storia di Roma, soprattutto dei primi secoli, è quella di raccontarla con gli elementi che appartenevano ai suoi tempi [13]. Alcuni limiti possono essere stati certamente la sua condizione “al di fuori della vita politica” che non poteva garantirgli un accesso in prima persona agli archivi ufficiali o agli acta senatus; anche se é possibile che, in ogni caso, non ne avrebbe comunque tenuto conto. Biografia e libri di Tito Livio, storico romano autore della storia di Roma dalla sua fondazione alla morte di Druso: Ab Urbe condita… Continua Seneca: vita e pensiero Inoltre, Tito Livio fu effettivamente un exornator rerum, come Cicerone (De oratore 2, 54) aveva teorizzato dovesse essere uno storico, e non un mero narrator. Alcuni narrano addirittura che il primo epitomatore fosse il figlio di Tito Livio, mosso dalla volontà di produrre un riassunto degli scritti del padre [7]. All’inizio del libro sesto, ritiene opportuno “giustificare” le fonti dei cinque libri precedenti. Sono dunque i singoli individui quelli che, secondo Livio, nel corso della storia hanno condotto Roma a degenerare sino alle guerre civili e ai periodi oscuri dell’ultimo secolo della repubblica. Gli avvenimenti che non coinvolgono Roma passano spesso in secondo piano (es. Marziale scrive (intorno agli anni 80) in un suo epigramma: In piccoli libretti é compresso il grande Livio che la mia biblioteca non riesce a contenere. Pur non lasciandosi coinvolgere nella vita istituzionale, Livio non fu indifferente alla politica. Fu in questo contesto che scrisse i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, l'altra grande opera politica dedicata proprio alle repubbliche e dedicata al Rucellai e a Zanobi Buondelmonti; nello stesso periodo scrisse anche il dialogo Dell'arte della guerra (1519) e forse la commedia La mandragola, che riflette un interesse per il teatro non marginale in Machiavelli (una seconda commedia, intitolata Clizia, verrà … Ignote sono le date di nascita e di morte (forse 55 circa - 120 circa), ignota la famiglia e il censo (probabilmente senatorio), come anche l'origine (si è pensato, tra l'altro, alla Gallia Narbonese o Cisalpina). Livio non é uno scrittore libero e spregiudicato nella ricerca della verità storica e questo non era sfuggito agli antichi. T. Livi periochea omnium librorum ab Urbe condita è l’unica epitome liviana sostanzialmente completa giunta fino a noi. In Tito Livio, uomo di mirabile eloquenza, Asinio Pollione ritiene vi sia una certa “padovanitá”. Il modus operandi di Livio é quello, dunque, di giustapporre e non valutare le fonti. L’ immensa mole volumetrica dell’opera liviana mise da subito in moto gli epitomatori dell’epoca, compendiatori che avevano il compito di facilitare la divulgazione dell’opera. Tito Livio, storico della romanità. 1.1 - Analisi del contesto e dei bisogni del territorio di riferimento. Vol.  Marziale scrisse: “La terra d’Abano ha fama grazie al suo Livio” [2], oppure Stazio che lo chiamò “figlio del Timavo” [3]. Dall’esame di un reperto papiraceo frammentario delle Periochae e dagli studi filologici è stato possibile dedurre che questa derivi da una epitome intermediaria. Polibio non segue il medito annalistico: le sue Storie sono scandite dalle campagne militari. Il prestigio di Tito Livio tra gli autori classici. sallustio, cesare, livio: “tre latini” a confronto In queste ultime settimane, durante la cosiddetta pausa didattica, esercitandoci nella traduzione dal latino, abbiamo imparato a riconoscere il diverso stile e le diverse scelte formali che tre dei più Roma, Urbe per antonomasia, ha da sempre una storia costellata di miti, leggende e presagi, ma in questa sede ci occuperemo di riprendere il filo delle fonti che seguì lo storico Livio. Lexikogr. Ciò comportava, nel caso di eventi complessi che si svolgevano in diversi anni e in luoghi diversi (si pensi per esempio proprio alla seconda guerra punica, che si svolse in Spagna, Italia, Sicilia e Africa, dal 218 al 202 a.C.), una noiosa frammentazione del racconto: per seguire le vicende, poniamo, di Siracusa, il lettore sarà costretto a saltare, nell’ambito della terza decade, di libro in libro nei capitoli dedicati alle vicende belliche in Sicilia. Inizialmente molto contestato, vengono analizzate le imprecisioni, l’accettazione acritica dei racconti leggendari, la “pigrizia” nel controllo delle fonti, errori di cronologia e altro. Di certo lo storico non fu mosso da alcuna aspirazione di carriera, dal momento che non risulta abbia mai ricoperto alcuna carica pubblica. Alba Longa, a seguito del leggendario scontro tra Orazi e Curiazi, era stata appena sottomessa, che già gli albani tramavano contro Roma. È verosimile dunque inquadrare Livio come uno storico totalmente deciso a raccontare le vicende di Roma dalle sue origini con qualsiasi fonte a sua disposizione. L’archetipo è un esemplare del IX secolo oggi custodito ad Heidelberg (Palatinus 894) e proveniente dal Monastero di S. Nazario di Lorsch.