Libertà religiosa negata ai detenuti non cattolici, Eni Nigeria: si avvicina la sentenza del processo Opl 245 per corruzione, Scuole coraniche: violenze sui bambini dal Senegal al Sudan, Cambiamenti climatici in Africa: problemi ambientali e sociali devastanti, Ferrero tra lavoro minorile e deforestazione: filiera sotto accusa, Avvocata turca morta dopo 238 giorni di sciopero della fame: chi era Ebru Timtik. La prima si trova nell’estremità nordorientale del Paese e comprende, oltre che l’omonimo capoluogo, anche la città di Qamishli. «Questione Curda» Aspetto Politico. Il Kurdistan occidentale ha attirato la simpatia di diversi stati occidentali per l’esperimento politico e sociale, messo in atto dal Pyd (Partito dell’unione democratica), che si basa sulla teoria del confederalismo democratico formulata da Öcalan e che tra i sui pilastri ha l’emancipazione femminile. In seguito allo scoppio della guerra siriana nel 2011, invece, nella parte settentrionale del paese si sono creati i presupposti per la nascita della Federazione del Nord della Siria, una regione non ufficialmente riconosciuta, nota anche con il nome di Rojava, dove vivono, secondo le stime, tra 500 mila e 1 milione di curdi. Nel caos del conflitto siriano e di fronte alla presa di potere dell’Isis tra il nord-ovest dell’Iraq e il nord-est della Siria, gli Stati Uniti, nel 2014, hanno deciso di puntare sui combattenti curdi per fermare l’avanzata jihadista. In città, così come nei villaggi circostanti, la situazione è disperata anche sotto il profilo umanitario mentre ai primi di ottobre l’Isis è attestato nell’80% dei perimetro urbano di Kobane. Si tratta di un segno inequivocabile sui dialoghi attualmente in corso. Nella storia recente, i primi a lanciarsi nella lotta armata per l’autonomia sono stati i curdi iracheni, sotto la guida del clan Barzani. Nei primi di luglio di quello stesso anno, Al Baghdadi proclama la nascita dello Stato Islamico e chiede di intensificare la lotta per la costituzione di un grande califfato in medio oriente. Non sono né arabi, né persiani, né turchi. Le sue dimensioni, però, all’interno del contesto siriano, sono di gran lunga inferiori per estensione e popolazione rispetto al Kurdistan turco ed iracheno. I curdi ben comprendono l’impossibilità di controllare a lungo proprio le zone a maggioranza araba, per tal motivo da qualche settimana sono in corso colloqui con Damasco. Nato con l’obiettivo di creare una repubblica indipendente curda, è entrato ufficialmente in guerra con Ankara nel 1984. Al di là dell’Eufrate le forze Sdf intanto riescono a spingersi in tutta la provincia di Al Hasakah, verso il confine con l’Iraq ed alcuni punti della provincia di Raqqa. Damasco ed i curdi si guardano con sospetto sin dalla fondazione dello Stato siriano. Lo Stato Islamico, che non è mai stato sconfitto definitivamente in Siria, potrebbe sfruttare il momento di debolezza dei curdi e riorganizzarsi ancora più rapidamente nel Paese. Questo però non implica automaticamente che nel Rojava la causa curda non sia sentita. Poliomielite: la situazione attuale Si dice siano i discendenti dei Medi, una popolazione iranica che è riuscita a sbarazzarsi degli Assiri. Sono la quarta etnia del Medio Oriente. La situazione nel cantone di Afrin è ancora in evoluzione: non c’è più il controllo delle Ypg, le quali però promettono azioni di guerriglia volte a riconquistare la zona. Il “disegno” del paese ipotizzato già nel 2015, con una Siria divisa esattamente in due sfere d’influenza, appare al momento realizzato. Così come nei Paesi vicini, anche in Siria la presenza di una numerosa minoranza curda non manca di essere oggetto di tensioni politiche e sociali sia con lo Stato che con la popolazione araba. Damasco dal canto suo, pur non entrando in conflitto con lo Ypg, non riconosce né l’autonomia e né l’indipendenza al Rojava. Le forze Sdf iniziano a conquistare terreno ai danni del califfato nel nord est della Siria, con i curdi che occupano anche zone a maggioranza araba. Le bandiere nere dell’Isis in quelle settimane iniziano a minacciare anche i territori curdi e l’auto proclamata regione del Rojava. In alcuni casi la poliomielite paralitica ha esito fatale; nei bambini la morte si verifica generalmente in una percentuale che oscilla tra il 2 e il 5%; negli adulti la percentuale sale drasticamente (15-30% dei casi). In particolare, pesano gli agganci con altri gruppi curdi in altri paesi vicini e dal 2014 in poi la lotta contro il califfato dell’Isis attira investimenti e rifornimenti anche da Usa ed occidente. Lo stato turco è arrivato persino a negare l’esistenza dei curdi come gruppo etnico, definendoli “turchi orientali” o, in maniera più dispregiativa, “turchi di montagna”. 7.917 ricoverati con sintomi (-268) 3. Ma l’ingresso di diversi combattenti dall’estero e la formazione dell’Esercito Siriano Libero (Fsa), fanno sì che tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 la Siria scivoli nell’abisso della guerra. Come emblema della lotta dei curdi contro l’Isis, c’è la città di Kobane. Sono 230.555 i casi totalidall'inizio della pandemia: 1. L’estate 2014 è quella caratterizzata dall’avanzata dell’Isis tra Iraq e Siria. Le due parti hanno un nemico comune: la Turchia. Il suo fondatore, Abdullah Öcalan, sta scontando dal 1999 l’ergastolo a İmralı, l’isola-penitenziario al largo di Istanbul. Variazionirispetto al precedente bollettino: 1. Si tratta del più grande popolo al mondo senza nazione, sparso su un vasto territorio montagnoso e vittima, nel corso della storia, di discriminazione, persecuzione e alleanze tradite, che ne hanno decretato la situazione attuale. Il Kurdistan, inteso come “Paese dei curdi”, infatti, non esiste su alcuna mappa ufficiale. La città è da sempre a maggioranza araba, la popolazione non vede di buon occhio la presenza Sdf e delle milizie Ypg in particolare. Primo soldato turco ucciso durante l'"operazione Fonte di pace" iniziata mercoledì nel Nord-Est della Siria, sotto il controllo dei curdi.… L’operazione, denominata “Scudo nell’Eufrate“, ufficialmente è contro l’Isis visto che penetra in territori ancora in mano al califfato. La nascita della “questione curda” coincide con il tramonto dell’Impero Ottomano e la fine della Prima guerra mondiale. La presenza turca è ben visibile e sul campo sono diversi i mezzi e gli uomini inviati da Ankara. Considerarli un blocco monolitico, portatore di interessi e obiettivi comuni, sarebbe tuttavia un errore. Per il partito dell’attuale presidente turco – l’Akp, una formazione islamico conservatrice che ha sposato la tradizione liberista inaugurata negli anni Ottanta da Turgut Özal – l’elemento conflittuale non si trova solo nei confronti dei curdi in quanto tali, quanto piuttosto nell’ideologia anti-statale, collettivista e secolare del Pkk, oltre che in ragioni di opportunismo politico. Le persone vivono divise principalmente tra Turchia (20%), Iraq (15-20%), Siria (10%) e Iran (8%). “Ma anche l’Iran per fermare. L’altopiano del Kurdistanè una vasta zona (circa 550.000 chilometri quadrati) che si estende nel Medio Oriente incastonato tra il Nord della Siria e dell’Iraq, il confine occidentale dell’Iran, quello meridionale dell’Armenia e la parte orientale della Turchia. Si, è padre di: Kentaro (39), Ayako (34), Annaliza (27), Dominic (24), Arissa (21), Savannah (18), Kunzang (4) Proprio sulla questione curda negli ultimi mesi sono emerse le profonde divergenze tra Turchia ed Usa: in particolare, Ankara vede con sospetto l’appoggio dato dagli americani ai curdi ed a tutte le milizie interne all’Sdf. La struttura organizzativa è sempre stata di tipo tribale. Nel luglio 2012 le forze Ypg iniziano ad avanzare nelle principali città curdo – siriane: Kobane, Afrin, Qamishli, Al Hasakah sono prese dai curdi senza che l’esercito reagisca in maniera decisiva. Dal canto loro, i curdi iniziano ad organizzarsi: viene fondato un Comitato Supremo Curdo e le milizie Ypg assumono le funzioni di un vero e proprio esercito delle province a maggioranza curda. Kurdistan: ultime notizie, opinioni, reportage, foto e video. Da questo momento in poi, le milizie Ypg diventano di fatto tra gli attori protagonisti della lotta contro lo Stato Islamico. I curdi accusarono il governo turco di sostenere l'ISIS e di non consentire il passaggio attraverso la frontiera dei rifornimenti ai combattenti curdi assediati nella città di Kobanê. Se fosse unito politicamente, sarebbe tra gli stati più ricchi della regione, considerate le materie prime di cui dispone, dal petrolio alle risorse idriche. Risale agli anni ’90 la dura repressione della rivolta curda, sostenuta dal presidente statunitense George W. Bush, da parte del dittatore iracheno, che già nel 1988 si era macchiato dell’attacco chimico di Halabja, in cui sono morti 5 mila curdi. In Siria, i curdi si trovano soprattutto in due province: quella di Al Hasakah e quella di Aleppo. Anche per questo motivo i guadagni territoriali della Sdf appaiono costanti e sempre più importanti. L’operazione “Ramoscello d’Ulivo” mira a conquistare il cantone di Afrin ai danni delle forze Ypg, presenti qui dal 2012. La regione del Kurdistan - 550 mila chilometri quadrati - è divisa tra Turchia, Iran, Iraq e Siria. Saladino, per esempio, era curdo. Ocalan conosce dunque già dagli anni di gioventù la situazione del Rojava e qui trova humus fertile per la sua lotta a favore del popolo curdo. Dopo la costituzione della Sdf, i curdi dilagano e sforano anche il territorio dell’autoproclamata regione del Rojava. Il Kurdistan non ha mai formato uno Stato indipendente e attualmente è diviso tra Turchia, Iran, Iraq, Siria, Armenia e Azerbaigian. Siria, la Turchia passa il confine e lancia l'attacco ai curdi. Secondo diversi analisti, sarebbe questa una prova di come, una volta accertata l’impossibilità di continuare la battaglia, potrebbe essere stato offerto ai miliziani islamisti la possibilità di un vero e proprio salvacondotto. Al timone di queste regioni la Turchia pone milizie ex Esercito Siriano Libero, armate e finanziate nei primi anni di guerra. La formazione di una regione autonoma curda nel Paese confinante fa temere il governo siriano circa la volontà anche dei curdi siriani di avere una propria regione. Condividere Per la Turchia, però, l’Ygp e il Pyd sono rami del Pkk e per questo considerati anch’essi organizzazioni terroristiche. Il cessate il fuoco è terminato a luglio di quell’anno, dopo che un attentato suicida, attribuito allo Stato Islamico, ha provocato la morte di 33 giovani attivisti curdi a Suruç, vicino al confine siriano. Di recente, le forze Sdf hanno consentito l’ingresso dei soldati siriani a Taqba per il recupero delle salme di coloro che sono stati uccisi dall’Isis durante le avanzate del 2014. Si potrebbe ipotizzare una concessione di maggiore autonomia politica accordata da Damasco ai curdi, in cambio della restituzione dei territori a maggioranza araba. A esprimersi a favore dell’indipendenza era stato il 92% dei partecipanti, ma il voto non ha fatto altro che «catalizzare una serie di dinamiche che hanno messo in evidenza tutti i limiti politici, economici e militari del Kurdistan iracheno». I curdi dunque entrano nell’estate 2012 nella guerra siriana ma, al contrario delle sigle che confluiscono nell’Esercito Siriano Libero, non hanno come obiettivo primario il rovesciamento del governo di Assad. Il Kurdistan è una regione geografica dell’Asia sud-occidentale, suddivisa fra Turchia (per la maggior parte), Iran, Iraq e Siria. Lo Ypg nel 2015 appare sempre più armato e finanziato dagli Stati Uniti, che del resto anche in Iraq non mancano di finanziare i curdi iracheni e le milizie peshmerga. Raid aerei, l'Ypg: "Uccisi dei civili" Erdogan annuncia l'inizio dell'offensiva contro i curdi. Ne nasce una colluttazione prima tra tifosi locali ed ospiti, poi tra manifestanti di Qamishli (nel frattempo accorsi allo stadio) e poliziotti che lascia sul campo trenta vittime tra la popolazione curda. Per questo si parla di Kurdistan turco, iracheno, siriano (Rojava) e iraniano. Si crea una Siria de facto divisa in due: da un lato la zona d’influenza russa, dove le forze di Mosca aiutano Assad a riprendere il territorio, dall’altro quella americana dove ad intervenire sono i curdi e le forze aree della coalizione internazionale. Le avanzate curde creano alcuni grattacapi sia alle milizie Ypg che all’estero. Oggi in maggioranza musulmani sunniti, parlano una lingua di origine indoeuropea. I curdi, in particolare, vogliono sfruttare i rapporti non ostili tenuti con Assad in questi anni di guerra per trovare accordi in grado di stabilizzare il paese e potersi quindi difendere al meglio contro le minacce della Turchia. Il Pkk ha accusato le autorità turche di complicità e da quel momento hanno ripreso in mano le armi. I curdi sono una popolazione che vive divisa tra cinque Stati diversi: la Turchia, l’Iraq, l’Iran, la Siria e l’Armenia. Anche negli anni successivi non sono mancati episodi di violenze da una parte e dall’altra. Fino a poco tempo fa alleati della coalizione internazionale contro i jihadisti, i curdi verrebbero considerati come terroristi dall’esercito di Ankara. Iniziata negli anni ’30, ha visto una svolta negli anni ’70 ed è culminata nel 1991 con l’istituzione del Kurdistan iracheno. In realtà però Ankara si assicura il controllo del territorio tra i cantoni di Afrin e Manbij ed in tal modo evita la continuità territoriale del Rojava. L’attuale Obiettivo sarebbe quello di movimenti di truppe e Voli sul versante turco, così come anche dalla Direzione di Damasco per il monitoraggio. Perché bisogna stare dalla parte dei curdi Alcuni articoli per capire l’attacco della Turchia ai curdi, le sue premesse e le sue conseguenze. La situazione attuale, accettata formalmente da tutti gli attori in causa tranne la Siria, prevede la già citata zona cuscinetto di 32 km di profondità nel territorio siriano. La nascita della regione autonoma è passata attraverso i tradimenti degli Stati Uniti e le tragedie causate da Saddam Hussein. Nei giorni seguenti Qamishli ha l’aspetto di un campo di battaglia: manifestanti assaltano sedi del partito Baath e rappresentanze del governo, da Damasco si decide per l’uso del pugno di ferro e la situazione viene riportata sotto controllo con l’uso dell’esercito. Non sono né arabi, né persiani, né turchi. All’estero è proprio questo spauracchio a destare preoccupazione, specie alla Turchia. Analogamente con quanto accaduto nel Kurdistan iracheno, i curdi nel nord della Siria iniziano la propria battaglia contro le avanzate dell’Isis. Le proteste che in quei mesi infiammano l’intero mondo arabo e che portano, tra gli altri, alla caduta dei governi di Ben Alì in Tunisia e Mubarack in Egitto, iniziano ad infiammare le strade siriane. “Trump ci ha pugnalato alle spalle”, hanno commentato fonti curde. Dopo una tregua storica, firmata nel 2013 da Öcalan e Recep Tayyip Erdoğan, attuale presidente turco, all’epoca primo ministro, la guerra interna è ripresa nel 2015. Importante appare il sostegno della coalizione a guida Usa, con Washington che si installa in alcune basi siriane posizionate all’interno dei territori controllati dai curdi. Homs e la provincia di Idlib, al pari di quella di Daraa, appaiono quasi fuori controllo da parte dell’esercito siriano. Fondata nel XX secolo, essa prende il nome di una società tedesca impegnata nella costruzione della ferrovia Berlino – Baghdad. Ai curdi infatti iniziano i problemi relativi alla gestione dei territori conquistati, specie quelli a maggioranza araba. L’ultimo atto di questo travagliato percorso è stato il referendum per l’indipendenza del 2017, che, come fa notare Giovanni Parigi dell’Università Statale di Milano, «è stato a dir poco un fiasco». La situazione dei Curdi È un territorio strategicamente rilevante per la ricchezza di petrolio e le risorse idriche. Anche da queste parti non mancano episodi di attivismo politico e di richiesta di maggiori diritti. I curdi affiancarono gli afghani durante le loro guerre contro l'impero di Safavidi, e nei conflitti seguenti con gli altri poteri regionali. Da un punto di vista etnico, poi, la maggioranza dei siriani sono arabi … Le recenti aperture presentate al parlamento dal Premier Recep Tayyip Erdogan e dal suo Primo Ministro Basir Atalay, potrebbero operare una metamorfosi di quello che ieri per il paese era un problema destabilizzante, trasfigurandolo in un … Nel sud-est della Turchia, in particolare, sono stati sottoposti a una turchizzazione forzata, come del resto anche le altre minoranze: molti di loro sono stati coercitivamente spostati in altre aree del paese, i nomi e le loro usanze messi al bando, l’utilizzo della lingua tollerato in ambito privato. (...) Nel corso dell'Ottocento ini… La prima operazione di Ankara nel nord della Siria è dell’estate 2016. L’avanzata è repentina e questo provoca la fuga di almeno 300.000 civili in gran parte curdi verso la Turchia. Il numero dei curdi attualmente presenti in Afganistan è difficile da calcolare, nonostante sia noto che si aggiri approssimativamente intorno ai 200.000. Il conflitto siriano nel corso degli anni si trasforma sempre più in un vero scontro a distanza tra le principali potenze. Ma quella dei curdi non è soltanto una lotta militare. Il vero attacco diretto e mirato contro i curdi siriani è invece del gennaio 2018. Attualmente non esiste un vero e proprio Stato curdo, anche se le zone controllate in Iraq e in Siria godono di una certa autonomiaspecie dopo la caduta del sedicente Stato Islamico dell’Isis. Nel marzo 2011 la cosiddetta “primavera araba” approda in Siria. Si tratta di fatto della prima grande città a maggioranza araba dove i curdi sono riusciti a scalzare l’Isis. 144.658 guariti. 1 Ottobre 2018. Ma con l’ingresso della Sdf a Manbij risalta agli occhi un altro particolare di non poco conto: diversi scatti infatti immortalano una ritirata ordinata dell’Isis dalla città. Una priorità questa ben evidente soprattutto dopo la perdita di Afrin a vantaggio dei filo turchi. La resistenza dell’Isis appare molto debole, specie in relazione agli accesi combattimenti di poche settimane prima contro le forze governative a Palmyra. Ankara teme la creazione di una vasta regione autonoma curda da Afrin fino al confine con l’Iraq. Il 13 settembre, in particolare, l’Isis lancia in forze diversi attacchi contro la città ed i villaggi limitrofi. 37 persone furono uccise nelle proteste. L'uomo è accusato di omicidio colposo. Dopo circa un anno di dibattito interno allo Ypg, il 20 gennaio 2014 viene promulgato il cosiddetto “contratto sociale del Rojava“, con cui si sancisce la nascita della federazione cantonalistica di regioni autonome del Rojava. I curdi approfittano di questa situazione ed iniziano a creare unità territoriale tra le province da loro controllate. Allo scoppio delle prime proteste nelle aree curde, la reazione della polizia e dell’esercito siriano non appare repressiva per come ci si aspettava. ... Anzitutto sta creando molti problemi agli Stati Uniti, che sono alleati sia dei curdi siriani che della Turchia. Come a Manbij, non mancano anche a Raqqa proteste contro i curdi. In mezzo, il fiume Eufrate a dividere le due sponde. Oggi in maggioranza musulmani sunniti, parlano una lingua di origine indoeuropea. Questo popolo, che si nominò tale nel 600 d.C., abita tuttora nella regione montana dove è da sempre vissuto. L’obiettivo appare quello della formazione di un’entità autonoma da Damasco. Soltanto dagli accordi tra Russia ed Usa si potrà comprendere il futuro assetto della Siria e, per quel che concerne i curdi, il destino politico e militare del Rojava e delle zone a maggioranza curda. Carri armati turchi varcano la frontiera ed accedono nella regione di Jarabulus, a nord di Aleppo. La loro regione storica è il Kurdistan ("terra dei Curdi"). Lo stato del Michigan di solito ti fornirà un avviso che ti avviserà che la tua attuale registrazione sta per scadere. A riaccendere i riflettori internazionali sulla “questione”, dunque, il loro ruolo nella lotta contro lo Stato Islamico, grazie alla quale i curdi siriani sono riusciti a ritagliarsi quell’autonomia da sempre negata. Fino al 1998 la Siria ha dato protezione ad Ocalan e  nel Rojava sono state presenti fino alla fine degli anni Novanta vere e proprie basi di addestramento del Pkk. Questo piccolo centro nell’estate del 2014 sale agli onori della cronaca per via dell’assedio intrapreso dall’Isis. Da tempo Recep Erdogan parla della necessità di realizzare una safety zone per difendere la Turchia dalla minaccia terroristica dei curdi, che si erano detti disposti a tutto pur di difendere il loro territorio ma che alla fine hanno dovuto cedere evitando così una carneficina per il loro popolo. Come riassume Treccani, "nel 16° secolo la maggior parte del Kurdistan fu inglobata nell'Impero ottomano, mentre una parte veniva conquistata dalla Persia. La Russia è vicina ad Assad ed appoggia dunque il presidente siriano nella lotta ad Isis ed Al Qaeda. In molti casi si tratta di territori “periferici” dello Stato Islamico, che lo stesso Al Baghdadi non ha la ferma intenzione di mantenere a tutti i costi. Il leader curdo è nato in una provincia curda della Turchia a pochi passi dalla frontiera siriana. Il «paese dei curdi», infatti, è definito in modo assai vario almeno a partire dalla fine del XVI secolo, data della pubblicazione (in persiano) della prima «storia della nazione curda» 2, che attribuisce al Kurdistan un vasto territorio tra l’ansa dell’Eufrate superiore a ovest, … Preoccupa la situazione sulla sponda orientale dell’Eufrate dove sono dislocati in maniera illecita dei soldati americani i quali fomentano le tendenze separatiste dei turchi contenendo invece la naturale predisposizione dei curdi di dialogare con il governo. Da un lato governo centrale e comunità curda si temono a vicenda, dall’altro però collaborano. A partire dall’estate 2014 i curdi siriani iniziano a ricevere sempre più finanziamenti ed armamenti dall’estero, oltre che sostegno dalla coalizione internazionale anti Isis a guida Usa. L’attuale situazione dei curdi. Guerra in Yemen: ancora armi italiane ad Arabia Saudita ed Emirati…, Black Lives Matter: Brasile (ancora) alle prese con il razzismo…, Giornata internazionale dei migranti tra pandemia e diritti negati, Togo: lo Stato africano arresta Brigitte Adjamagbo, paladina dei…, Il direttore: memorie e utopie di quarant’anni di lavoro in carcere, Combattenti curdi - Foto: Kurdishstruggle (via, Curdi: storia di un popolo senza diritti e senza patria, Rojava: violenze diffuse contro donne curde, Kurdistan iracheno: bambini allo sbando in campi profughi sovraffollati, Bir-Well, la storia dei desaparecidos curdi nel documentario di Altay, Cipro, l’ultimo muro d’Europa divide greci e turchi, Palestina: nella morsa di Israele, crisi umanitarie e instabilità, Iscriviti alla newsletter di Osservatorio Diritti, Azerbaijan: giovane donna in fuga dal paese dei diritti negati, Afghanistan: le atrocità dei reparti d’assalto sostenuti dalla Cia, Iraq: Isis sconfitto, ma dopo un anno ci sono 2 milioni di sfollati.

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