L'opera, inoltre, dovette colpire profondamente i pittori dell'epoca come testimonia l'alto numero di incisioni che da questo quadro sono state tratte[24]. Annibale Carracci was born in Bologna, and in all likelihood was first apprenticed within his family. Programma, quindi, in linea di continuità con la celebrazione dei fasti della casata, avviata dal Salviati e completata da Taddeo Zuccari nel sesto decennio del XVI secolo[29]. Nel Novecento si assiste ad un lento e parziale recupero del valore di Annibale Carracci. Il catalogo delle opere di Annibale Carracci, quindi, verosimilmente non può dirsi ancora definitivo, non potendosi affatto escludere, con il miglioramento dello sfruttamento di fonti sinora sottoutilizzate, possibili nuove aggiunte[82]. Anzi, aprendo le porte ad una nuova era della storia dell'arte: il barocco. 305 x 210 Chiesa di Santa Maria della Carità Bologna. Non tutto è come si aspettava; e la fama, nonostante le committenze, tarda ad arrivare. Home Artisti Annibale Carracci Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 – Roma, 15 luglio 1609) Caravaggio Afrodite Venere Roman Arte Italiana Bellissimi Dipinti Museo Rinascimento Opere D'arte Caravaggio Marc Chagall Michelangelo Xiv Secolo Scuola … Le dimensioni sono quasi reali, le forme sono monumentali. Per il dipinto, a lungo ritenuto del Domenichino, è stata autorevolmente proposta, ricevendo considerevoli consensi, l'autografia di Annibale, sia per ragioni stilistiche, sia cronologiche[54]. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta il 14 dic 2020 alle 13:20. Si tratta della “Casta Susanna con li due vecchi” su tavola di Annibale Carracci descritta da Bellori (1672). Se questi studi ebbero il merito di riaccendere l'attenzione sull'arte del Carracci (ormai quasi dimenticata), essi, tuttavia, ne fornirono una visione in una certa misura deformante. L'accademia dei tre giovani cugini, allora ancora agli inizi delle rispettive carriere, non va paragonata alle accademie ufficiali, come ad esempio la celebre Accademia del Disegno a Firenze. Ulteriore rilevante commissione romana, non proveniente dai Farnese, è l'allogazione della decorazione ad affresco della cappella Herrera, presso la chiesa (oggi non più esistente) di San Giacomo degli Spagnoli. In 1582, Annibale, his brother Agostino and his cousin Ludovico Carracci opened a painters' studio, initially called by some the Academy of the Desiderosi (desirous of fame and learning) and subsequently the Incamminati (progressives; literally "of those opening a new way"). Per questi aspetti dell'accademismo cinquecentesco si veda Rudolf e Margot Wittkower, Sugli affreschi di Palazzo Fava, Anna Stanzani, in, Stando alle fonti (tra le altre Bellori e Malvasia) in quegli anni, a Parma, Annibale ottenne anche l'incarico (secondo alcune versioni insieme a suo fratello Agostino) di riprodurre su tela gli affreschi dell'abside dell', Una lettera di Agostino Carracci, in laguna già da qualche tempo, ci informa che il fratello Annibale, a Venezia, «, Scheda del dipinto sul sito della Galleria nazionale di Parma, Particolare degno di menzione a proposito della, Ulrich Pfisterer, «L'Elemosina di san Rocco di Annibale Carracci e l'innovazione della historia cristiana», in, Per un'ipotesi interpretativa più approfondita del significato allegorico del ciclo si veda Silvia Ginzburg in. Si tratta di due rilevanti esempi dell'approccio naturalistico al ritratto di Annibale Carracci. La storiografia moderna[7], invece, osserva già in questa prima opera pubblica il rifiuto delle convenzioni del tardomanierismo da parte del giovane pittore e un primo tentativo di ritorno al vero. Si creò, così, una visione dicotomica della parabola artistica di Annibale Carracci, che scisse in termini piuttosto netti il periodo romano e classicista, contrassegnato dall'assimilazione di Michelangelo, di Raffaello e dell’antico, dagli anni bolognesi – tanto influenzati dalla pittura padana e veneziana e animati da una forte tensione verista – che vennero sostanzialmente minimizzati come esperienze giovanili, superate, poi, dall'artista una volta giunto a Roma[75]. Gli affreschi farnesiani - vertice assoluto della vicenda artistica di Annibale Carracci - ispireranno successivamente altri grandi artisti, quali Lanfranco, Pietro da Cortona, e successivamente Andrea Pozzo e Giovan Battista Gaulli, autori tutti di spettacolari volte affrescate - in chiese e palazzi - che sono tra le più mirabili produzioni della pittura barocca, di cui gli Amori di Annibale sono l'incunabolo. Prima Parma, dove il Carracci perfeziona la sua conoscenza della pittura del Correggio (e dove eseguirà delle opere[14]) e poi Venezia, dove il giovane pittore resta ammirato dai capolavori dei grandi maestri veneziani del secolo che sta per chiudersi[15]. A questa prima attività di Annibale risalgono alcuni dipinti di genere[8], come la Grande macelleria, oggi nella Christ Church Picture Gallery. Il contatto con Reggio Emilia, dove Annibale realizzerà più opere, è di capitale importanza per gli sviluppi futuri della sua vicenda artistica. Con Caravaggio e Rubens, pose le basi per la nascita della pittura barocca, di cui fu uno dei padri nobili[2]. Altro importante rapporto di committenza romano, diverso dai Farnese, fu quello con gli Aldobrandini, per i quali Annibale dipinse diverse opere come una Incoronazione della Vergine[45] (1600 circa), ora Metropolitan Museum of Art, di New York - dipinto che nella composizione su due livelli e nella disposizione semicircolare della schiera angelica cita la raffaellesca Disputa del Sacramento - e il Domine, quo vadis? Le sue stampe si segnalano, oltre che per la qualità estetica, anche perché Annibale fu tra i pochi, al suo tempo, a produrre quasi esclusivamente incisioni originali, cioè basate su composizioni create ad hoc, mentre la prevalente attività incisoria contemporanea era, al contrario, di gran lunga dedicata ad una pratica di traduzione, cioè a produrre incisioni tratte da preesistenti dipinti[57], per lo più celebri[58]. La riproposizione e, al tempo stesso, la modernizzazione di questa grande tradizione, unitamente al ritorno dell'imitazione del vero, sono i fondamenti della sua arte. In 1592, he painted an Assumption for the Bonasoni chapel in San Francesco. Egli aveva un carattere passionale ed irriverente, aperto alle nuove esperienze artistiche. In 1582, Annibale, his brother Agostino and his cousin Ludovico Carracci opened a painters' studio, initially called by some the Academy of the Desiderosi (desirous of fame and learning) and subsequently the Incamminati (progressives; literally "of those opening a new way"). La pala raffigura l’Assunzione della Vergine e presenta affinità sia con la celeberrima tela di Tiziano, di identico tema, della basilica veneziana dei Frari[44] sia con la non meno celebre Trasigurazione di Raffaello. La commissione, oltre alla decorazione parietale, comprende la realizzazione di tre grandi tele – e anche in questo caso ognuno dei Carracci deve realizzarne singolarmente una – da utilizzare come sovrapporta, in ciascuna delle stanze oggetto della campagna decorativa. XXXXIX/ CAROLUS MARATTUS SUMMI PICTORIS/ NOMEN ET STUDIA COLENS P. AN. Il tema di questo celeberrimo ciclo di affreschi - culminante nella scena raffigurante il Trionfo di Bacco e Arianna al centro del soffitto - è Gli Amori degli dèi e secondo una seguita ipotesi esso venne realizzato per celebrare le nozze tra il duca di Parma Ranuccio Farnese, fratello del cardinale Odoardo, e Margherita Aldobrandini, nipote di Clemente VIII[32]. Nelle prime opere si notano influssi di … Appare allora ipotizzabile che - prima di metter su bottega con il cugino e il fratello - il più giovane dei Carracci possa aver compiuto il suo primo apprendistato presso altri maestri[4], ma questa ipotesi, ad oggi, non è comprovata da alcun documento. This eclecticism was to become the defining trait of the artists of the Baroque Emilian or Bolognese School. Evidente, inoltre, è l'omaggio alla Pietà vaticana di Michelangelo, di cui Annibale riprende la composizione piramidale del gruppo e la posa della Vergine[39]. Stato mentale che in termini moderni ha fatto pensare ad una grave sindrome depressiva[66]. Ambizione frustrata da Clemente VIII che si limitò a conferirgli solo l'evanescente titolo di protettore di quel regno[42]. Tra queste si annovera la Madonna della scodella (del 1606) che, per l'ampio numero di copie note e per la circostanza che il Sassoferrato, ancora a distanza di decenni dalla realizzazione dell'incisione, la riprodusse in un dipinto (Glasgow Museums), dovette riscuotere notevole apprezzamento. Influenza che si coglie, in particolare, nella Sacra Famiglia[61] del Van Rijn (1632), ispirata, secondo questa prospettazione, dall'incisione con la Sacra Famiglia e san Giovannino, realizzata da Annibale nel 1590, altro suo celebrato capolavoro in ambito grafico. Basti pensare che Pietro Aldobrandini, per il solo, Questa lettera dell'Agucchi ci è nota in quanto riportata dal Malvasia nella. A questo aspetto si collega anche un'altra caratteristica della ritrattistica di Annibale, costituita dal fatto che alcune delle sue prove in questo genere sembrano molto vicine a degli studi di espressione[53]. Riproduzioni artistiche e realistiche di Annibale Carracci. Tra queste si segnala in particolare una grande Crocifissione con san Francesco e sant'Antonio da Padova (National Gallery of Ireland)[73]. Benché si tratti di un pittore oggi poco noto, le fonti su Annibale (Bellori e Malvasia) gli dedicano un certo spazio. La fama di tali affreschi monumentali valse ad Annibale l’invito del cardinale Odoardo Farnese per la decorazione del piano nobile di Palazzo Farnese a Roma. È stato ritenuto che l'inclinazione di Annibale per il vero e la sua ripulsa per l'artificiosità tardomanieristica gli abbiano fornito un rilevante e naturale atout per intercettare lo spirito dei tempi e imporsi sull'establishment artistico locale che, condizionato da tanti anni di "errori e perversità" (per dirla con le parole del Paleotti), non dimostrò la stessa capacità. L'opera in cui si conclama questa nuova fase della parabola artistica del più giovane dei Carracci è la Madonna in trono col Bambino e santi (opera anch'essa realizzata per Reggio Emilia e ora nella Gemäldegalerie di Dresda) che mostra una forte vicinanza con il Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria del Caliari (1575 circa), ora conservato presso le Gallerie dell'Accademia a Venezia. La biografia di Carracci, le opere, la mostra d'arte di Carracci a Bologna. Il catalogo delle opere di Annibale Carracci fu modernamente sistematizzato essenzialmente da Donald Posner nel suo fondamentale studio Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590 (Londra, 1971). Annibale Carracci la vita e le opere Annibale Carracci fu un artista nato a Bologna e attivo nella seconda metà del Cinquecento, fondatore dell’Accademia degli Incamminati insieme al cugino Ludovico e al fratello Agostino. Per ragioni non note questo progetto venne abbandonato e la campagna decorativa del palazzo ebbe avvio, verosimilmente nella tarda estate del 1595, partendo dal Camerino del cardinale, ove venne raffigurato un ciclo allegorico che per ha protagonista Ercole. Già il Bellori, nelle sue Vite (1672), considerava che Annibale Carracci nel raffigurare i paesaggi «ha superato ogn'altro eccettuando Tiziano». In antitesi con gli esiti ormai sterili del tardomanierismo, propose il recupero della grande tradizione della pittura italiana del Cinquecento, riuscendo in un'originale sintesi delle molteplici scuole del Rinascimento maturo: Raffaello, Michelangelo, Correggio, Tiziano e il Veronese sono tutti autori che ebbero notevole influsso sull'opera del Carracci. Dipinta a Roma nel 1604 dal pittore bolognese per il cardinale Facchinetti, l’opera finì presto a Bologna, per poi ritornare col matrimonio fra Violante Facchinetti e Giovan Battista Pamphilj nel 1671. Si crea probabilmente così il legame con i Farnese che determinerà, di lì a non molti anni dopo, la chiamata di Annibale a Roma[18]. Annibale ed Agostino Carracci lavorarono, dal 1596 in poi, anche alla decorazione di alcune stanze di Palazzo Farnese a Roma. Elevato, così, a campione del bello ideale, il Carracci divenne il Nuovo Raffaello, cioè l'acme della pittura del suo tempo. In sostanza, questo punto di vista degradò l'opera del Carracci alla sola fusione di stili diversi, negandogli vera capacità creativa[75]. «[L’]ignorante Vasari [n]on s’accorge che gl’[a]ntichi buoni maestri [h]anno cavate le cose [l]oro dal vivo, et vuol [p]iù tosto che sia buono [r]itrar dalle seconde [c]he son l’antiche, che [d]a le prime e princi[p]alissime che sono le vive, le quali si debbono [s]empre immitare. Si tratta della prima opera pubblica romana di Annibale Carracci e, secondo Bellori, il dipinto riscosse anche l'ammirazione di Caravaggio che, «dopo essersi fermato lungamente a riguardarlo, si risolse, e disse: mi rallegro che al mio tempo veggo pure un pittore»[28]. Along with his brothers, Annibale was one of the progenitors, if not founders of a leading strand of the Baroque style, borrowing from styles from both north and south of their native city, and aspiring for a return to classical monumentality, but adding a more vital dynamism. A Palazzo Fava, i cugini Carracci decorarono, in questa prima occasione, due ambienti raffigurando in uno le Storie di Giove ed Europa e nell'altro le Storie di Giasone e Medea. L’Accademia degli Incamminati fu peraltro una rilevantissima fucina di talenti: alcuni dei migliori pittori italiani del primo Seicento vantarono un apprendistato presso i cugini Carracci. After his move to Rome, Annibale came to be seen as rescuing Italian art from the excesses of Mannerism and the overstated realism of Caravaggio. L'innovazione di Annibale sta nel raggiungimento di un equilibrio tra la natura e l'uomo che la abita e la trasforma evitando al tempo stesso che gli elementi paesistici si limitino a fare da mero sfondo a soggetti di altro genere[49]. In 1582, Annibale, his brother Agostino and his cousin Ludovico Carracci opened a painters' studio, initially called by some the Academy of the Desiderosi (desirous of fame and learning) and subsequently the Incamminati (progressives; literally "of those opening a new way"). Le Opere più importanti di Annibale Carracci Tra le opere più importanti: I mangiafagioli (1584-1585) alla Galleria Colonna di Roma. Carracci pose le basi per la nascita della pittura barocca. Impresa che in verità, più che da Annibale, fu portata a compimento dagli allievi, col particolare contributo di Francesco Albani[48]. In questo periodo Annibale dà prova di sé anche in commissioni diverse da quelle ecclesiastiche, come dimostra un'opera di notevole pregio, quale l’Allegoria della Verità e del Tempo (1584-1585). [M]a costui non intese [q]uest’arte[1]». È un buon esempio di questa pratica proprio l'attività incisoria di Agostino Carracci che ha tradotto in stampe numerosi capolavori di Tiziano, del Veronese e del Tintoretto. Quest'ultima è probabilmente il modello seguito da Guido Reni per il volto della madre in fuga (sulla destra del dipinto) nella sua Strage degli innocenti. Contrariamente a quanto avveniva in molte opere fiamminghe e italiane più o meno coeve e di soggetto analogo, Annibale non ha dipinto i personaggi con fattezze grottesche e in pose triviali, egli ha preferito raffigurare la dignità dei lavoratori di questa macelleria, mostrando tra l'altro un particolare interesse per il dato naturale[5]. La fortuna critica di Annibale Carracci fu ampia presso i suoi contemporanei, a partire dal giudizio di Giovanni Pietro Bellori che, nella sua prolusione all'Accademia di San Luca, raccolta nello scritto «L'idea del pittore, dello scultore, e dell'architetto»[74] (1664), indicò in Annibale il miglior interprete dell'ideale di bellezza che è compito degli artisti perseguire. Qui i tre dipingono in tre stanze affrescando in ogni ambiente una scena sul soffitto e una sulla fuga del camino. Nonostante gli sforzi degli studiosi, ad oggi è pressoché impossibile distinguere con certezza le mani dei tre in questo ciclo pittorico[13]. Il dipinto suscitò l'entusiasmo del committente Pietro Aldobrandini che compensò riccamente il pittore. In questa ideale finestra aperta sull'Agro romano inondato da una luce autunnale, l'episodio sacro quasi scompare nell'amplissimo paesaggio che lo avvolge e vi è piena armonia tra l'elemento naturale e quello architettonico che si fondono in un tutto. Questo giudizio entrò in profonda crisi alla fine del Settecento e quasi per tutto l'Ottocento. Di alcuni dipinti si discute se si tratti dell'originale di Annibale ovvero della copia di un allievo, mentre in altri casi l'incertezza è tra Annibale o suo cugino Ludovico. Giovan Battista Marino salutò la morte di Annibale Carracci con questo madrigale: «Chi die' l'esser al nulla, ecco che ‘n nulla è sciolto. Annibale Carracci, Pietà (dettaglio), 1600 ca. Donald Posner, Utilizzato poi come prologo delle sue fortunatissime, Episodio eloquente della fortuna, non solo italiana, degli affreschi farnesiani nel corso del Seicento, è il progetto, caldeggiato dal, Hans Tietze, «Annibale Carraccis Galerie im Palazzo Farnese und seine römische Werkstatte», in, Secondo Posner gli ultimi influssi padani, e correggeschi in particolare, si coglierebbero solo nelle opere eseguite nei primissimi tempi del soggiorno romano e segnatamente nel, Roberto Longhi, «Momenti della pittura bolognese», in. Infatti, l'avvio della collaborazione con Ludovico (e Agostino), risale all'inizio degli anni Ottanta del Cinquecento, quando Annibale, quindi, è già più che ventenne e ottiene (nel 1583) una rilevante commissione pubblica, improbabile per un quasi esordiente. Il Posner, tuttavia, pur ammettendo che il Panico possa aver goduto dei consigli di Annibale Carracci per la realizzazione di queste opere, esclude che vi sia stato un diretto intervento del maestro; cfr. Egli passò attraverso tre fasi: 1° fase: fase giovanile. La prima opera significativa in cui si avverte l'influenza dell'Allegri è il Battesimo di Cristo, del 1585, realizzato per la chiesa di San Gregorio a Bologna. Secondo alcuni autori[60], alcune delle creazioni grafiche di Annibale Carracci avrebbero influenzato anche Rembrandt che fu, tra l'altro, uno dei massimi incisori del Seicento. La fonte iconografica utilizzata è, in gran parte, da rintracciarsi nelle Metamorfosi di Ovidio[33], ma il compiuto significato allegorico del ciclo non è ancora del tutto svelato se non per la generale celebrazione della forza dell'amore che tutto condiziona (l’omnia vincit amor virgiliano), compreso il destino degli dèi[34][35]. Non è la sua prima opera in assoluto[5] e fu oggetto di vivaci critiche da parte dell'ambiente artistico bolognese per il realismo e la semplicità con cui Annibale raffigurò la Passione di Cristo[6]. Oltre a soddisfare le esigenze celebrative di Odorado, con la decorazione del palazzo, e quelle devozionali, con le opere di carattere religioso, Annibale attese ad esaudirne anche i desideri figurativi più strettamente privati. 60 x 48 Pinacoteca di Brera Milano. In questa stessa chiave, anche il luogo comune di un Annibale Carracci in tutto antitetico all'altro gigante della pittura italiana del primo Seicento, Michelangelo Merisi, inizia ad essere oggetto di rivisitazione critica, cogliendosi tra i due maestri – pur tra le evidenti e profonde differenze di stili, di interessi artistici e di traiettorie umane e creative – anche punti di contatto e reciproche influenze, percepibli soprattutto durante l'iniziale soggiorno romano di entrambi che fu quasi contemporaneo[81]. Come Annibale eccelsero nell'arte dell'affresco[71], fondamentale medium della pittura italiana già nel medioevo e nel Rinascimento, che grazie a loro venne traghettata anche nell'epoca barocca, posto che gli altri grandi iniziatori di questo nuovo stile, come Caravaggio e Rubens, non si dedicarono mai a questa tecnica. Verosimilmente tra il 1593 e 1594 si colloca un'ulteriore impresa con Ludovico e Agostino: la decorazione di Palazzo Sampieri a Bologna. Così non avvenne, dal momento che Annibale non completò mai questo dipinto. MDCIX AET. Carracci, Annibale - Stile, opere e vita La prima opera di Caracci, Crocifissione e santi, fu criticata per l’eccessivo realismo. In 1587–88, Annibale is known to have had travelled to Parma and then Venice, where he joined his brother Agostino. “La bottega del macellaio”: si tratta di una pittura di genere, dove è ripresa la tendenza fiamminga. Olio su tela, 158x152 cm. Il ritratto di Monsignor Agucchi spicca nella produzione ritrattistica di Annibale non solo per qualità esecutiva, ma anche perché l'unico, allo stato attuale delle conoscenze, collocabile con certezza nel periodo romano del pittore. La mostra sui Carracci, tenutasi a Bologna nel 1956 presso il palazzo dell'Archiginnasio, favorì un primo recupero critico anche dell'attività pre-romana di Annibale, ma rimase fermo il topos storiografico che vedeva nella sua vicenda creativa una drastica soluzione di continuità – da verista “lombardo” a classicista raffaellesco – conseguente al suo approdo sulle sponde del Tevere[75]. Olio su tela 57 x 68 cm Roma - Galleria Colonna Un quadro famosissimo raffigurante il cibo è Il Mangiafagioli… dicembre: 2020 L Nel prelato nell'angolo inferiore destro del foglio del British si ipotizza possa individuarsi una caricatura di Giovanni Battista Agucchi. Un esempio è la Diana e Atteone di Bruxelles, la cui attribuzione all'uno o all'altro dei fratelli è oggetto di pareri diversi[86]. Annibale Carracci è il più ambizioso dei tre e vuole uscire da Bologna. I nomi più noti di questa scuola sono: Guido Reni, Sisto Badalocchio, Giovanni Lanfranco, Francesco Albani, il Domenichino. L'esordio di Annibale Carracci sulla scena artistica è strettamente connesso all'attività del fratello Agostino e del cugino Ludovico. Annibale Carracci (Bologna, 3 novembre 1560 – Roma, 15 luglio 1609) è stato un pittore italiano. Impresa disegnativa di Annibale particolarmente conosciuta è quella de Le Arti di Bologna, per la quale creò una serie di disegni che descrivono il lavoro per strada degli artigiani e dei venditori ambulanti della sua città natale[63]. Significativa a questo riguardo è la realizzazione da parte di Annibale dei disegni[37] per una coppa d'argento che riscosse notevole ammirazione, ovvero la stesura da parte sua dei disegni utilizzati per la tessitura di paramenti sacri per conto del cardinale Odoardo[38]. While the Carraccis laid emphasis on the typically Florentine linear draftsmanship, as exemplified by Raphael and Andrea del Sarto, their interest in the glimmering colours and mistier edges of objects derived from the Venetian painters, notably the works of Venetian oil painter Titian, which Annibale and Agostino studied during their travels around Italy in 1580–81 at the behest of the elder Caracci Lodovico. Le opere bolognesi di Annibale, compiute tra il 1583 e il 1585, si inseriscono a pieno titolo in questo filone così coraggiosamente naturalistico. Il mangiafagioli. Nel 1593 il pittore realizza una pala d'altare raffigurante la Madonna col Bambino in trono e santi (nota anche come Pala di San Giorgio, dal nome della chiesa bolognese cui era originariamente destinata), dipinto in cui parte della critica ha visto un contributo più o meno ampio (a seconda delle diverse posizioni) dell'allievo Lucio Massari, ma che da ultimo è stato decisamente riattribuito alla piena autografia di Annibale[19][20]. Annibale Carracci, Il mangiafagioli, 1583-84. In questo torno di tempo, Annibale Carracci divenne il caposcuola di quello che fu definito, a partire dal Winckelmann, eclettismo, concetto che assumerà sempre più valenza negativa. Annibale Carracci nacque da Antonio, sarto cremonese, trasferitosi a Bologna col fratello Vincenzo, di professione beccaio e padre di Ludovico Caracci. Museo di Capodimonte, Napoli Annibale Carracci, Pietà (dettaglio), 1600 ca. Tra il 1589 e il 1592, Annibale torna al lavoro con il fratello e il cugino per gli affreschi di Palazzo Magnani, a Bologna, ove i tre realizzano un fregio con le Storie della fondazione di Roma. Come attesta una lettera di un allievo di Annibale[36], il suo rapporto con i Farnese non si limitò alla sola decorazione del palazzo, ma fu assai simile a quello di un pittore di corte. Torna a visitarci e … Il quadro, completato da Annibale nel 1595 (benché commissionato molto tempo prima), fu realizzato di nuovo per la confraternita di San Rocco di Reggio Emilia (oggi è custodito presso la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda). Tappa ancor più significativa fu la pubblicazione da parte di Denis Mahon dei suoi Studies in Seicento Art and Theory (1947)[75]. Si trova ancora a Bologna. Il progredire degli studi, tuttavia, sta dimostrando che altre fonti, sinora, forse, sottovalutate (tra le quali in particolare la Felsina Pittrice del Malvasia, ma anche molti inventari secenteschi) hanno consentito di rintracciare quadri di Annibale mai menzionati dal biografo romano. Nello stesso Palazzo Farnese, Annibale, in questo caso coadiuvato da Agostino e probabilmente con l'intervento di alcuni aiuti, pose poi mano alla decorazione della Galleria. Ad eccezione del Reni, che frequentò l'accademia carraccesca a Bologna per poi avviare una brillante carriera autonoma, gli altri seguirono Annibale anche a Roma (che raggiunsero nei primi del Seicento) e fino alla morte del maestro fecero stabilmente parte della sua bottega. Gli affreschi monumentali di Bologna e le altre opere emiliane diedero grande notorietà ad Annibale, tanto che il cardinale Odoardo Farnese, forse dietro consiglio del letterato reggiano Gabriele Bombasi che da anni conosceva bene il pittore, lo incaricò, con suo fratello Agostino, di decorare il piano nobile di Palazzo Farnese, a Roma. Quanto agli affreschi, complessivamente dedicati alle storie di Ercole, sono di mano di Annibale la scena di Ercole guidato dalla Virtù (soffitto) e quella dove Ercole punisce Caco (sul camino)[23]. Sempre per gli Aldobrandini, si impegnò a decorarne la cappella privata di palazzo (opera poi completata dagli allievi). Annibale nasce a Bologna nel 1560 e vive in questa città gran parte della sua vita, prima del trasferimento a Roma.. Ma Annibale è anche un pittore itinerante e nel corso del tempo si alimenta in lui il desiderio di osservare e studiare i suoi illustri predecessori. Anche la fondamentale monografia di Donald Posner (1971), benché testo per molti versi ancora imprescindibile per lo studio di Annibale Carracci, avallò (e consolidò) questa concezione[78]. Di mano di Annibale è anche la decorazione di alcuni strumenti musicali – probabilmente dei clavicembali – appartenuti a, Presentazione della mostra sul sito della Galleria ORDOVAS, sede dell'esposizione. Ad Annibale (ed Agostino) è attribuita l'invenzione della caricatura in senso moderno, cioè l'ideazione di ritrattini carichi (così li definisce la letteratura secentesca sul Carracci) in cui le caratteristiche fisionomiche di un individuo, e in special modo i suoi difetti, sono esasperati (per l'appunto caricati) sino ad ottenere un effetto ridicolo[65]. [46] (1601), ora alla National Gallery di Londra. Infatti, a lui, come riconosce la storiografia quasi unanime (già a partire dal Burckhardt nel suo Il Cicerone - 1853/54), è dovuta una nuova concezione della pittura di paesaggio che la sottrae dal novero dei generi minori. This is a part of the Wikipedia article used under the Creative Commons Attribution-Sharealike 3.0 Unported License (CC-BY-SA). Questa tavola del Carracci è famosa anche perché “dialoga” con gli ancor più noti laterali di Caravaggio, siti nella stessa cappella, raffiguranti la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo. Collaboratore meno dotato di questi maestri ma a lungo vicino ad Annibale fu Innocenzo Tacconi. Fu in questa fucina che ebbero incubazione sia gli esiti più alti del classicismo seicentesco (raggiunti dal Reni e dal Domenichino) sia le più immaginifiche invenzioni propriamente barocche (sviluppate dal Lanfranco). Mirabile, nell'ambiente, come già rilevò il Baglione, è la decorazione monocroma a finto stucco[30]. Aprì questa rivalutazione Hans Tietze, storico di formazione viennese, che nel 1906 dedicò un saggio[77] alla decorazione della Galleria Farnese, interrompendo così un lunghissimo silenzio critico sull'opera del maestro bolognese. Annibale Carracci 1584 – 1585 ca. Annibale Carracci fu decisamente eclettico quanto a tematiche affrontate: paesaggi, scene di genere e ritratti (che includono anche una serie di autoritratti). Significativa testimonianza della sostanziale improduttività di Annibale determinata dal deterioramento della sua salute si rinviene in uno scambio epistolare del 1605 tra Odoardo Farnese e il duca di Modena Cesare d'Este. Fu uno dei primi artisti a dare risalto al paesaggio, ponendolo in primo piano rispetto al soggetto rappresentato; come nel suo capolavoro Paesaggio con la … La fonte di gran lunga prevalente seguita dal Posner a tal fine sono state le Vite del Bellori. Die Malereireform der Carracci, Idea. All'influenza sui ritratti di Freud della produzione del Carracci è stata dedicata la mostra Painting from Life: Carracci Freud, svoltasi a Londra nel 2012 con il patrocinio della Dulwich Picture Gallery[55]. Tra le ragioni di questo successo è stata individuata anche la capacità di Annibale di entrare in sintonia con le nuove esigenze artistiche dettate dallo spirito controriformistico. Annibale, infatti, fu tra i pittori che maggiormente si autoritrasse, quasi consentendoci di assistere all'evoluzione della sua vita, non solo per l'aspetto strettamente fisionomico, ma anche per i mutamenti emotivi che negli autoritratti delle diversi fasi della sua esistenza si colgono. È il caso della sensualissima Venere dormiente con amorini, ora al Museo Condé di Chantilly, opera elogiatissima da Giovanni Battista Agucchi, prelato e amatore d'arte bolognese al servizio di Pietro Aldobrandini, e della tela con Rinaldo e Armida (ora a Capodimonte), rimarchevole anche in quanto è una delle più precoci rappresentazioni pittoriche tratte dalla Gerusalemme liberata di Torquato Tasso.